SPETTATORI DEL "MONTELLA SHOW"

12.11.2012 00:00 di  Stefano Borgi  Twitter:    vedi letture
SPETTATORI DEL "MONTELLA SHOW"
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Cera una volta un tecnico, di origine bresciana, per il quale i tifosi avevano inaugurato il "Prandelli show". Oggi tocca ad un altro tecnico, stavolta di estrazione partenopea, proseguire lo spettacolo, anzi riprenderlo (e forse migliorarlo) dopo due anni di forzata interruzione. Vincenzo Montella riparte da Cesare Prandelli, e promette di superarlo... nei risultati, nel gradimento, nell'affetto dei tifosi. E dire che sembrava impossibile: raramente si era visto un connubio così forte, così solido, tra un allenatore (attenzione... non un numero 10, non un centravanti) ed i propri tifosi. Cesare Prandelli e la Firenze viola apparivano una cosa sola, a prova di crisi. E invece... la querelle con Diego Della Valle, la Juve sempre di mezzo, hanno posto fine ad una meravigliosa storia d'amore. Vincenzo Montella può fare addirittura meglio, per esempio potrebbe condurre la Fiorentina in Champions League al primo tentativo. I numeri parlano chiaro: la Fiorentina è a due punti dal terzo posto, a tre dal quarto. Ha la miglior difesa della serie A, ha mandato in rete ben 11 giocatori diversi, gioca il miglior calcio del campionato (riconosciuto da tutti) fatto di pressing e possesso palla. Quello che, per capirsi, ha permesso alla Spagna di vincere tutto negli ultimi quattro anni. In più i viola sono attesi da un calendario tutt'altro che proibitivo (Atalanta, Torino e Sampdoria, prima della Roma di Zeman) che potrebbe lanciarli definitivamente nell'Olimpo. Qualcuno potrebbe dire... anche Prandelli il primo anno ci portò in Champions, al netto di calciopoli. Benissimo, siamo d'accordo. Qui nessuno vuol fare classifiche di merito piuttosto che mettere l'uno contro l'altro. Anzi... abbiamo detto che Montella prosegue, semmai riprende il lavoro fatto dal Ct della nazionale, seppur con caratteristiche, modi e tempi diversi. E non a caso rievochiamo quello striscione che recitava... "Spettatori del Prandelli show". Basta cambiare l'intestazione, da Prandelli a Montella, ed il senso resta lo stesso. Sempre e comunque di show si tratta.

NUMERI DA CHAMPIONS - A dimostrazione della nostra buona fede, elenchiamo alcune similitudini tra le due gestioni. I punti dopo 12 partite. Tanti, tantissimi per entrambi: 24 per Montella, addirittura 28 per Prandelli, con 9 vittorie per Cesare (8 per Vincenzo), e due sconfitte a testa (allora furono Lazio ed Inter, oggi il Napoli e la stessa Inter). Poi la coincidenza della prima "grande" sconfitta in campionato: il Milan. Il 20 novembre 2005 la Fiorentina di Prandelli batteva proprio i rossoneri per 3-1 (unica differenza che il tutto avveniva al "Franchi") con una doppietta di Luca Toni e sigillo di Jorgensen. Il 3-1 di San Siro griffato Aquilani, Borja Valero, El Hamdaoui, riprende quel discorso e sa tanto di esame di laurea, di prova del nove, di bacio accademico dopo un meritato 110 e lode. A chiudere il cerchio lo spettacolo che la Fiorentina di Montella offre ad ogni latitudine. Nessuno può restare indifferente, nessuno si può esentare dal dire... "Come gioca bene la Fiorentina". Merito degli interpreti, merito della disposizione tattica, merito della voglia di sacrificarsi l'uno per l'altro. Solo così si spiega la totale assenza di mediani a centrocampo, solo così si giustifica la solidità della difesa, protetta dal pressing e dalla copertura che inizia dagli attaccanti. Se salta uno di questi ingranaggi, la Fiorentina va in difficoltà. Montella lo sa, lo sanno bene anche i giocatori, e per questo non succederà.

LA FIORENTINA NON E' PIU' JOVETIC-DIPENDENTE. Forse qualcuno non se ne è accorto, ma a San Siro mancava Stevan Jovetic. Chiariamo subito: per la Fiorentina Jo-Jo è un valore aggiunto, da qualunque parte la si guardi, e che a nessuno venga in mente di rinunciare al montenegrino. Oppure fare discorsi del tipo... "Perchè a gennaio non lo cediamo? Prendiamo un sacco di soldi, e compriamo una grande punta". No, Stevan Jovetic resta uno dei tre giocatori più forti del campionato, e per fortuna ce l'ha la Fiorentina. Va da se che, da stasera, la Fiorentina non è più Jovetic-dipendente e lo stesso Jo-Jo deve forse cambiare atteggiamento. In campo e con i compagni. Non ci sono piaciute alcune sue ultime prestazioni, alcuni suoi atteggiamenti indolenti, poco propositivi. Non ci è piaciuta una forma latente di egoismo, la costante voglia di strafare, elementi prontamente denunciati da Luca Toni, che col suo sorriso da ragazzone emiliano non l'ha certo mandata a dire. Insomma, Stevan Jovetic può decidere le sorti di questa Fiorentina, ne ha facoltà, basta si metta totalmente a disposizione della squadra e capisca che al calcio si gioca in undici. Sarà scontato, ma Stevan troppo spesso sembra scordarsene. E poi torniamo al discorso del mercato, e rovesciamo il discorso: perchè non tenere Jovetic e a gennaio prendere lo stesso una grande punta? Allora sì che lo show sarebbe completo...