LA SOSTA TIRA IL FRENO A MANO ALLA FIORENTINA
“L'attesa del piacere è essa stessa il piacere”, diceva il filosofo tedesco Gotthold Ephraim Lessing, ma i tifosi della Fiorentina, forse, non sono proprio sulla stessa lunghezza d’onda. Gli impegni della Nazionale, in questo momento topico della stagione, obbligano il campionato ad un forzato stop. Il prossimo week end tutti liberi di dedicarsi ad altri passatempi: si torna a giocare il sabato di Pasqua. In questo rush finale, che Firenze vive in maniera palpitante, la sosta sembra più un fastidio, che una benedizione. Vincere fa sempre bene…. ed elimina più tossine di una settimana di riposo. I Viola sono tenacemente attaccati al treno che porta in Europa. La Champions è a tre punti e corteggiarla non costa niente. Spesso gli innamorati hanno fretta e le attese mal si conciliano con l’entusiasmo per la conquista. Se in alcuni casi fermarsi a tirare il fiato serve ad eliminare le scorie dalla testa e dai muscoli, quando si è lanciati in corsa c’è il timore di perdere l’abbrivio, quello stato di grazia che è quasi un peccato riporre in un cassetto. Ci sono frangenti in cui, nonostante tutto, il risultato ti premia, graziando disattenzioni e leggerezze. Si vive in una sorta di magico incantesimo che nessuno vorrebbe mai spezzare. Domenica la Fiorentina ha rischiato di allungare lo spiacevole elenco delle occasioni perdute. Si è complicata la vita da sola, rispolverando il congenito difetto di essere sprecona e poco assennata. Ha regalato colpi di tacco e palle gol con la sua consueta naturalezza, mentre sugli spalti si sudava - non certo per il clima - al pensiero dei risultati sugli altri campi. La spinta malandrina di Aquilani, la presa molle d’ellenico portiere del Genoa e la salvifica schiena di Cassani hanno consegnato 3 punti d’oro alla Fiorentina.
Non battere il Genoa sarebbe stato un colpo ferale per i sogni di gloria dei Viola, viste le vittorie di Milan e Napoli. In questa pausa forzata possiamo solo godere di una Fiorentina viva e tenacemente protagonista e sperare di rincontrarla, tale e quale, alla ripresa del campionato. La concentrazione, in questi giorni, dovrà rimanere alta perché gli avversari venderanno cara la pelle. Se dovremo rinunciare al campo e alle emozioni del pallone, che sia, almeno, una settimana serena in cui si disturbi il meno possibile il guidatore e i suoi cavalli. Il caso Jovetic - che continua ad essere fastidioso e ciclico ritornello - non ha diritto di cittadinanza in un momento così importante per il destino della quadra. Qualunque cosa accada a giugno, oggi non merita di essere un pensiero attuale e contingente. Ora è il momento della serenità e della concentrazione, tutto il resto è rimandabile. La Fiorentina ha il dovere di provarci, di giocarsi al meglio tutte le gare che restano in questa stagione. Ad aprile arriva il Milan e sarebbe un peccato perdersi per strada, per non aver protetto e coltivato un ritrovato stato di grazia.