LA DIFFICILE ARTE DI "FARE DI NECESSITÀ VIRTÙ"

22.01.2013 00:00 di  Silvia Nanni   vedi letture
LA DIFFICILE ARTE DI "FARE DI NECESSITÀ VIRTÙ"
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

La Fiorentina riparte in campionato con un pareggio che rasserena un po’ il cielo sopra Firenze. Il popolo viola, risollevato per aver spezzato il trend negativo intrapreso dalla squadra nel 2013, gioisce, ma continua a interrogarsi sull’attacco. Nelle ultime giornate, contrassegnate da sfortuna e penalizzanti sviste arbitrali, è doveroso ammettere che il gol è diventato un po’ un problema e, nel calcio, questo è tutto meno che un dettaglio. Con Jovetic poco cattivo, Toni un po’ appannato ed El Hamdaoui in Coppa d’Africa, Montella si ritrova con pochi margini di manovra, per provare a scardinare le difese avversarie. In molti avevano sperato di impreziosire il reparto offensivo nel mercato di riparazione, ma le parole di Andrea Della Valle, a fine partita, hanno raffreddato i bollenti spiriti di chi confidava in un innesto importante a stretto giro di posta. Sinceramente non c’è da stupirsi, al limite si può provare un sottile rammarico, ma poco  di più. L’attaccante bravo – quello che va regolarmente in doppia cifra per intendersi - non si trova mai dietro l’angolo ed è problema comune a tante Società che inseguono il centravanti dei sogni in ogni angolo del pianeta. A gennaio il coefficiente di difficoltà dell’operazione aumenta in maniera esponenziale. Tutto diventa più complicato, oneroso e, a meno che non si tratti di un top player universalmente riconosciuto ed accreditato, anche di dubbia efficacia. L’inserimento a metà percorso di un nuovo elemento può nascondere insidie e difficoltà di adattamento, che rischiano di sortire effetti ancora più deleteri sul gruppo. A Firenze la pazienza non è una delle doti maggiormente dispensate e il rischio di passare dalle stelle alle stalle è sempre dietro l’angolo. La prima parte della stagione della Fiorentina ha fatto brillare gli occhi ma, soprattutto, ha ingolosito. La squadra ha fatto più di quanto era auspicabile ed immaginabile, ma, si sa, l’appetito viene mangiando. Firenze si era avvicinata un po’ schizzinosa e titubante al piatto sfornato a fine estate dalla Società. Boccone dopo boccone, però, è sembrato sempre più gustoso al palato e, da buono, si è pensato che fosse un peccato non farlo diventare prelibato. In fin dei conti non mancava molto: un ingrediente in più sarebbe stato sufficiente a fargli fare il salto di qualità. L’arrivo di Pepito Rossi ha aperto una voragine nello stomaco dei tifosi viola, come un buon prosecco che invita a sedersi a tavola con le bollicine che stimolano l’appetito.

Posate alla mano, e tovagliolo sulle gambe, si attendeva il piatto forte. Sul vassoio è arrivato Larrondo e l’entusiasmo culinario si è smorzato come alla vista di una insalatina mista che, al massimo, si gradisce come contorno quando si vuole stare leggeri. Roma non è stata costruita in un giorno, ma a Firenze certi limiti temporali sono solo illogiche seccature. Si poteva fare di più questa estate ma, a quel tempo, le ambizioni e le aspettative erano diverse rispetto a quelle che sono maturate cammin facendo e, tutto sommato, sono state in linea. Ormai è tardi e si dovrà imparare a fare di necessità virtù, per aiutare chi ha il compito di portare in fondo questa stagione. Maggio non è dietro l’angolo. Non resta che attendere fiduciosi il “mese delle ciliegie” perché, a quel punto, i tempi saranno maturi per cogliere  dall’albero, senza più scuse o titubanze, i giusti frutti per l’agognato salto di qualità.