IL VALZER DELLE PANCHINE

26.02.2012 00:26 di  Stefano Borgi   vedi letture
foto di Stefano Borgi
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© foto di Firenze Viola

Bernardini, Carosi, Eriksson, Mancini, Zoff, Mihajlovic e Delio Rossi. Altro che valzer delle panchine... siamo di fronte ad un vero e proprio destino incrociato, un filo invisibile che lega Fiorentina e Lazio. Ed è curioso, perchè siamo soliti stilare formazioni composte dagli ex delle due squadre, calciatori che hanno fatto sognare i tifosi con entrambe le casacche. Non certo gli allenatori. Un esempio? Nella Fiorentina giocano Lorenzo De Silvestri (laziale d.o.c, cresciuto nelle giovanili biancocelesti) e Valon Behrami, che a Roma ha conosciuto il grande calcio nel triennio 2005-2008. Nella Lazio, invece, giocano Christian Brocchi (viola nella stagone 2005-2006) e Luciano Zauri, protagonista della famosa "mano" del 22 maggio 2005. Ma è niente se andiamo a scandagliare i nomi prestigiosi, prestigiosissimi, che nella storia si sono seduti sulle due panchine di Fiorentina e Lazio. Cominciamo con Fulvio Bernardini, nato a Roma il 28 dicembre 1905 e morto a Roma il 13 gennaio 1984. Alla Lazio lo lega la frequentazione iniziata nelle giovanili, proseguita da calciatore fino al 1926, e come allenatore dal 1958 al 1960. Risultato: una coppa Italia nel 1958 (vinta proprio contro la Fiorentina, con gol dell'ex di turno Maurilio Prini). Altra musica con la Fiorentina con la quale nel '56 conquistò lo storico, primo scudetto, e l'anno dopo la finale di Coppa dei Campioni perduta col Real Madrid. Nel 1978 arriva a Firenze Paolo Carosi. Romano di Tivoli, disputò con la Lazio 9 campionati da giocatore e sei da allenatore. Veniva chiamato "il barone" per una certa eleganza nel giocare, ed a Firenze restò due stagioni e mezzo, fino all'esonero del febbraio 1981. Il suo grande merito fu di restituire tranquillità ad una piazza (quella di Firenze) traumatizzata dalla stagione '77-'78, nella quale la Fiorentina si salvò all'ultima giornata. Nelle due stagioni in riva all'Arno conquistò un 7° ed un 6° posto, prima di lasciare lo scettro ad un altro romano: "picchio" De Sisti. Nel 1987, come specchietto per le allodole di un finto rilancio della famiglia Pontello, arrivò Sven Goran Eriksson. Svedese, veniva chiamato "il rettore di Toersby" (dalla città natale) e vantava un pedegree invidiabile: uno scudetto in Svezia col Goteborg, due in Portogallo col Benfica. Una coppa Uefa, due coppe di Svezia (sempre col Goteborg) ed una di Portogallo (ancora col Benfica). In Italia, invece, una coppa Italia con la Roma ed uno scudetto perso sul filo di lana ancora con i giallorossi nel 1984, guarda caso a favore della Juventus. A Firenze portò una ventata nuova dopo due stagioni giocate all'italiana con Agroppi e Bersellini. Il suo tipo di calcio, fatto di pressing, fuorigioco, intensità, fece fuori Antognoni (che infatti emigrò in Svizzera) ma fece innamorare tutta Firenze. Con lui nacque la mitica B2 (Baggio-Borgonovo), e venne fuori una miracolosa qualificazione Uefa. Poi se ne tornò al Benfica, prima di vincere il suo scudetto italiano con la Lazio nel 2000. Vice di Eriksson era Roberto Mancini. Prima della Lazio, Mancini aveva allenato la Fiorentina per una stagione e mezzo, nella quale conquistò una coppa Italia (a quattro mani con Terim) nel 2001. Con i biancocelesti, invece, fece man bassa di titoli: uno scudetto, due coppe Italia, una supercoppa italiana ed una europea da giocatore. Una coppa Italia nel 2004 da allenatore. Di certo Roberto Mancini, grandissimo in campo, non verrà ricordato per la sua simpatia...sopratutto con la casacca viola. Nel 2004-2005 è il turno di Dino Zoff. "Dinomito" allenò i viola nella stagione dei "cattivi pensieri", conquistando la salvezza solo all'ultima giornata. La sua fu una conduzione fallimentare giunta dopo le panchine di Emiliano Mondonico e Sergio Buso. Diversamente, Zoff nella Lazio allenò per sette stagioni complessive con profitto, vincendo una coppa Italia nel '97-'98.

E siamo ai giorni nostri. Sinisa Mihajlovic non ha mai nascosto di avere il cuore biancoceleste (nonostante abbia cominciato la sua carriera italiana da calciatore nella Roma, dal '92 al '94). Con la Lazio ha disputato sei stagioni da giocatore con 153 presenze e 20 gol. Ricchissimo il palmares con uno scudetto, due coppe Italia, due supercoppe italiane, una coppa delle coppe ed una supercoppa europea. Con la Fiorentina, invece, tanti "calci nel sedere" (come ebbe a dire lui stesso nel settembre 2010, dopo la sconfitta di Lecce) ed un odio profondo della tifoseria viola nei suoi confronti. Nessuno, di sicuro, lo rimpiangerà. Fino ad arrivare a Delio Rossi. La sua permanenza alla Lazio è stata impreziosita da una qualificazione in Champions League nel 2008 e, sopratutto, da una coppa Italia conquistata nel 2009. Adesso il suo presente, il suo futuro si chiamano Fiorentina. E, credeteci, è la sola buona notizia che in questo momento riusciamo a scorgere nel meraviglioso mondo viola.