FIORENTINA, INIZIA IL CORSO DI RECUPERO

13.02.2012 02:00 di  Stefano Borgi   vedi letture
FIORENTINA, INIZIA IL CORSO DI RECUPERO
FirenzeViola.it
© foto di Giacomo Morini

Andavano di moda a scuola tanto tempo fa (ci sfugge se esistano ancora...) e si chiamavano corsi di recupero. Di solito si facevano dopo il primo quadrimestre, il pomeriggio due-tre volte a settimana, per consentire agli alunni pigri, ritardatari (non ritardati, attenzione...) di recuperare, di rimettersi in pari in certe materie, e consentire loro di raggiungere una tranquilla sufficienza. In qualche caso i più ricettivi arrivavano persino al "sette" con grande gioia di famiglie e corpo insegnante. Ecco, consideriamo la Fiorentina un alunno svagato, con scarse motivazioni, magari afflitto da qualche insegnante poco idoneo (leggi Mihajlovic), per di più mal sorretto dall'ambiente familiare (uno stadio sempre vuoto? una tifoseria pretenziosa che contesta?) L'alunno allora appare sfiduciato, prende quattro in quasi tutte le materie, già si parla di bocciatura, quando a novembre arriva un nuovo insegnante... Delio Rossi. La famiglia lo accoglie bene, anche l'alunno ritrova verve, voglia di studiare, anche se c'è l'immancabile periodo di studio, di comprensione tra le parti, che dura all'incirca fino al 15 gennaio. Quel giorno l'alunno sostiene la peggior interrogazione dell'anno, perde in casa 1-0 col Lecce scatenando l'ira dei genitori che contestano, contestano aspramente. Si parla di un viale vicino allo stadio (sembra... "dei Mille"), di un inseguimento, di minaccie più o meno velate. La scuola dal canto suo corre ai ripari, compra nuovi libri di testo, un centravanti, ed indice dei corsi di recupero. I risultati si cominciano a vedere fin da subito: pareggio a Cagliari, vittorie casalinghe con Siena ed Udinese (quest'ultima l'interrogazione più difficile) anche se le materie sono tante e la pagella piange, come il piatto del giocatore. Iniziamo dall'argomento che interessa di più, la classifica: al momento il miraggio della promozione si chiama 5° posto. C'è l'Inter a 8 punti ed il primo aiuto all'alunno in difficoltà lo ha dato una mano amica, quella di Emiliano Mondonico col suo Novara. Adesso tocca allo studente viola che deve azzeccare i due compiti in classe saltati per neve (Bologna e Parma) e rispondere bene all'interrogazione di venerdì, storia napoletana. Aiutati che Dio t'aiuta ed ora che le altre rallentano (vedi Udinese e Palermo) tocca alla studentessa Fiorentina darsi da fare.

Il secondo corso di recupero è quello per alcuni giocatori, assenti ingiustificati. Da quì ad un mese la Fiorentina è attesa da un vero e proprio "tour de force", 6 partite in 24 giorni, e ci sarà bisogno di tutti. Eccezion fatta per gli infortunati (Kroldrup desaparecido, Kharjà reduce malconcio dalla coppa d'Africa) i casi più disperati sono Marchionni e Felipe, con quest'ultimo felice per la prima, recente convocazione, e che potrebbe tornare utile nella neonata difesa a tre. Poi ci sarebbero Lazzari, Cerci, Ljajic, ed infine il caso Vargas. Delio Rossi ufficialmente ha varato il 3-5-2 per sfruttare al meglio i centrali difensivi a disposizione, per rimpolpare la mediana, per favorire gli inserimenti dei centrocampisti, per schierare due punte a sostegno di un attacco (tuttora) anemico. Ufficiosamente, invece, intendeva valorizzare gli esterni: Cassani e Vargas. Sopratutto il peruviano è considerata un'eccellenza (testuale Rossi) sul quale vale la pena lavorare, al punto di promuovere un corso di recupero personalizzato. Sulla sua strada un "positivo" Pasqual che rende il recupero meno traumatico, meno affrettato, ma è indubbio che Vargas sia la scommessa più intrigante del professor Rossi. Il corso più difficile (quello che richiederà più ore di studio e maggior applicazione) è rivolto al pubblico di Firenze. Un tempo si usavano definizioni del tipo... il "dodicesimo uomo in campo", il fortino, la legge del "Franchi", adesso siamo rimasti agli 8541 spettatori transitati dai tornelli contro la terza in classifica, l'Udinese. Altro che recupero, quì ci vorrebbero i fatidici "tre anni in uno". La speranza è di arrivare almeno ad una sufficienza stiracchiata, sennò si andrà a settembre con un "debito" da saldare. Pronostico? L'impresa è fattibile seppur difficilissima, e alla fine la promozione (Europa?) potrebbe anche arrivare.

Poi (last but not least) ci sarebbe da recuperare un direttore sportivo che sta..."come d'autunno sugli alberi le foglie". Un presidente (inteso come Andrea) anch'esso... "come coloro che son sospesi" in attesa di buone nuove dall'area Mercafir. Un "patron" (inteso come Diego) che si palesi per dare un segnale, per battere un colpo e dire che c'è. Una credibilità verso l'ambiente (i genitori sono duri da convincere) oramai disattesa, compromessa, ma non ancora del tutto perduta. Una fiducia che rasenta i minimi storici, e che impallidisce di fronte ai bei tempi di Prandelli e della Champions League. Insomma lo abbiamo detto più volte, basta poco, basterebbe poco. Ma quel poco...