BELLA DA PERDERE LA TESTA
Firenze è innamorata, innamorata persa. Quella che questa estate era poco più che una affettuosa amicizia, più per stima che per sentimento, si è trasformata in una bruciante passione. In questo piovoso e uggioso autunno la città si riscopre con il sorriso e lo sguardo sognante dell’innamorato che, per antonomasia, vive in un mondo tutto suo, dove non è previsto l’uso dell’ombrello. Ogni resistenza, ogni dubbio - figlio del pragmatismo di chi in passato ha amato e ne è rimasto scottato – son stati vinti. Questa Fiorentina è riuscita a scardinare il cuore dei più cinici, facendoli capitolare di fronte alla sua sfrontata e ammiccante bellezza. Non era facile rapire il cuore degli esigenti e sospettosi fiorentini. Diciotto giocatori nuovi e un settore tecnico praticamente azzerato e ricostruito erano un azzardo: un rischio, non calcolato ma necessario, che obbligava a stare alla sorte. Evidentemente sulle rive dell’Arno la fortuna ha deciso di arridere agli audaci. La Fiorentina piace perché gioca a calcio e lo fa anche particolarmente bene. In un panorama calcistico piuttosto scarso e con valori tendenti al ribasso, i fiorentini si sentono dei privilegiati e già questo li fa star bene. La squadra diverte perché gioca con personalità, non si adatta e non si uniforma alle situazioni e alle circostanze. Rifugge calcoli e strategie: lei è quella che è, quella che Montella ha voluto che fosse, e non è disposta a scendere a compromessi. Ha testa, ha gamba, ha piedi buoni ma, soprattutto, sa sempre cosa fare indipendentemente da chi è chiamato a scendere in campo.Non è perfetta, ma la perfezione è raramente di questo mondo. Il lavoro fatto questa estate è stato immenso nella mole e, oggi, dimostra di non essere stato solo quantità, ma anche tanta qualità. I fiorentini, in tutti i campi della loro vita, hanno il palato fino. Circondati, da sempre, dal bello e dal buono, anche nel calcio sanno riconoscere l’eccellenza. Oggi Firenze è una città felice, perché ha ritrovato una dignità calcistica, la gioia e il divertimento nel vedere giocare la propria squadra ma, soprattutto, ha ricominciato a sognare. L’ambiziosa e orgogliosa Firenze è una città intimamente saggia.
Per mille motivi sa di non essere un’aquila, ma è consapevole di non essere neppure una gallina. Non ha mai preteso traguardi impossibili, ma la possibilità di alzarsi dal suolo per volare a una gratificante altezza, quello sì. L’innamorato stravede, concede, perdona…ora deve solo stare attento a non caricare di eccessive aspettative l’oggetto dei suoi desideri. La forza di questa Fiorentina, finora, è stata quella di pensare partita per partita, alzando l’asticella dei sogni in maniera graduale, perché i grandi progetti si cementano solo con l’oculata pazienza.