ATTENTI A QUEI DUE!
La serie televisiva nacque in Inghilterra nel 1971, ed ebbe grande successo. All'epoca Delio Rossi aveva appena 11 anni, la Fiorentina di Oronzo Pugliese si salvava all'ultima giornata mentre l'Inter vinceva il suo 11° scudetto. L'altro protagonista, Adem Ljajic, sarebbe nato 20 anni dopo, ignaro del suo destino e dell'appuntamento cui andava incontro. Difficile trovare somiglianze con gli attori originali di "Attenti a quei due". Delio Rossi sembra lontano anni luce da Tony Curtis: monogamo, introverso, timorato di Dio il primo... sbruffone, istrionico, addirittura con sei matrimoni alle spalle il secondo. Adem Ljajic, invece, ricalca in parte i colori di Roger Moore, e forse anche una certa propensione per il sesso femminile. Ma nei panni di 007, visto il K.O subìto il 2 maggio scorso, non ce lo vediamo proprio. Eppure stasera a Marassi gli occhi saranno tutti su di loro: Firenze s'interroga su chi saluterà per primo, su chi abbasserà lo sguardo, su chi tenderà la mano all'altro... insomma avete capito, parliamo di massimi sistemi, di un Italia in crisi, sull'orlo del fallimento.
Noi, da parte nostra, preferiamo concentrarci su Sampdoria-Fiorentina, stavolta davvero decisiva, senza enfasi e senza iperbole. La partita vivrà su altri dualismi, con protagonisti ancora Delio Rossi ed Adem Ljajic. Il tecnico di Rimini si troverà di fronte Vincenzo Montella, entrambi ex della partita, depositari di un calcio per certi versi simile, fatto di schemi, palla a terra, possesso palla. Il fenomenino serbo invece ricostituirà la coppia d'oro con Stevan Jovetic, in una delle sue ultime apparizioni con la maglia viola. Rispetto a qualche settimana fa i ruoli si sono rovesciati: Ljajic come il bene, il nuovo "top-player", che vuol restare e provare a vincere a Firenze. Jovetic invece il male, superato dagli eventi, dall'amore di una città, oramai promosso e promesso alla Premier League. "Attenti a quei due", infine, dedicato ad Andrea Della Valle e Gabriel Batistuta. Fra di loro non c'è stato contatto diretto, solo qualche frase caduta nel vuoto, sinonimo di volontà parallele che per ora non sembrano incontrarsi. Noi crediamo che il Re Leone, magari a suo modo, voglia bene a Firenze e rappresenti la storia della Fiorentina. Allo stesso modo crediamo (anzi ne siamo sicuri) che nel calcio come nella vita non ci sia futuro senza passato. Sopratutto se questo si chiama Gabriel Batistuta...