RESTYLING, Viola pronta a spendere ad una condizione
Anche la Repubblica (Firenze) torna sull’amarezza espressa da Rocco Commisso, tramite la lettera di ieri ai tifosi, per la questione stadio e il luogo in cui la Fiorentina dovrà giocare le prossime due stagioni. Il club viola si era mosso per sedi alternative, da Empoli a Bologna passando per le esotiche mete Modena e Cesena, trovando però sempre complicazioni sulla strada e da qualche settimana - dall’incontro a Roma tra Abodi e lo stesso Barone - propone di posticipare l’inizio dei lavori al Franchi o di spostarne la fine entro il 2026, in modo o da continuare a giocare allo stadio in attesa di un altro impianto provvisorio, come il Padovani pronto per il 2025, o da disputare le partite a capienza ridotta.
La strada è in salita - prosegue il quotidiano -: un po’ perché per rompere i vincoli del PNC – i fondi per lo stadio derivati dal PNRR - occorre una manovra sull’asse governo- Bruxelles tutt’altro che semplice, un po’ perché anche da un punto di vista strettamente procedurale il progetto del gruppo Arup era costruito e pensato senza partite, con uno stadio cantiere da utilizzare per lo svolgimento più veloce dei lavori. Inoltre, chi ha ideato il progetto prevedeva il terreno di gioco come il vero cantiere su cui preparare l’avvicinamento delle curve, la riprofilatura dei seggiolini in tutti i settori - ad eccezione della Maratona - e tutte le altre opere garantite dai 150 milioni a disposizione.
Entro il 31 dicembre il raggruppamento di imprese che ha vinto la gara riceverà l’incarico ufficiale. La Fiorentina, come ribadito dal dg Barone, è pronta a finanziare il resto del progetto a patto che il Comune si faccia carico delle rifiniture, come le aree lounge e tutto il resto, definite essenziali da Commisso ma non previste nel bando: “Metteremo i 55 milioni solo se il comune si occuperà di trovare i fondi per gli altri 50 milioni destinati alle rifiniture come le aree vip e lounge”, ha ribadito Barone nel brindisi di Natale di lunedì.