BONOCORE A RFV, Turnover fondamentale per il ritorno
Giovanni Bonocore, preparatore atletico italiano, che in passato ha seguito atleti come Alessandro Del Piero e Giuseppe Rossi, è intervenuto ai microfoni di Radio Firenze Viola, durante la trasmissione "Viola Amore Mio". Il preparatore si è concentrato sulla condizione fisica della squadra viola, che ultimamente a seguito delle numerose partite disputate, sta avendo difficoltà. Queste le sue parole: "Le partite durante una stagione sono molte, soprattutto se le squadre giocano per il vertice. La programmazione è orientata verso questa direzione, ma la differenza la fanno i giocatori di punta che sono abituati a improntare le loro stagioni in questa maniera".
Cosa pensa delle rotazioni e del lavoro fisico personalizzato?: "Il calcio moderno obbliga questi ritmi, la mentalità sta migliorando ma non siamo ancora entrati nella mentalità giusta. Il calciatore ha capito che ha bisogno di un lavoro personalizzato e che deve essere accompagnato per tutta la stagione e non solo nel finale. Due giorni non bastano per programmare una partita e il turnover sarà importante, in vista della partita di coppa, sperando che riescano a ribaltare il risultato di ieri".
Quanto è utile il riposo in vista di una partita?"La differenza è notevole tra giocare e no, i giocatori che non verranno schierati domenica avranno la possibilità di fare un lavoro rigenerativo. C'è chi accusa il colpo subito e chi dopo 48 ore rispetto alla partita. Al terzo giorno puoi ricominciare a fare un certo tipo di lavoro, per preparare il match di Coppa. Questi incontri ravvicinati andranno gestiti con il turnover".
Sul tipo di lavoro: "Dipende dai lavori delle squadre, non posso giudicare perché non sono nella Fiorentina. L'importante è arrivare al 18 maggio per ribaltare il risultato. Il lavoro dev'essere neuromuscolare, prettamente individualizzato. In più conta l'aspetto psicologico che sarà fondamentale per i calciatori".
Che esiti ha dato la programmazione dei preparatori con la sosta di mezzo?: "Per essere la prima esperienza di interruzione a metà del campionato è andata bene, ho visto che le squadre hanno programmato il lavoro in base alle loro esigenze. Tutto è stato improntato per avere una condizione ottimale, sapendo di questa interruzione a fine maggio/inizio giugno. Oggi il calciatore è consapevole che deve gestirsi in una certa maniera. Si allenano 12 mesi l'anno, non come anni fa che potevano prendersi il lusso di non allenarsi per un mese".