BERETTA A RFV, Territorialità importante in sett. giovanili
L'allenatore Mario Beretta, ed anche ex Responsabile del Settore Giovanile del Milan ha parlato a Radio Firenzeviola durante la trasmissione Scanner, a cura di Giulio Dini.
Come si fa a rovesciare la logica dei settori giovanili legati ai risultati più che alla crescita dei giovani?
"Il discorso sarebbe lunghissimo e complicato. Io parto da un concetto: i club si devono attrezzare con strutture e tecnici, responsabili, direttori che abbiano a cuore il settore giovanile e che sappiano cosa vuol dire far crescere e formare un settore giovanile. Io sono convinto che poi i risultati siano importanti, l'importante è che non ci siano le scorciatoie per andare a vincere che poi portano problemi e intoppi a livello di crescita e formazione. Come per esempio le sostituzioni che sono limitate. A volte i ragazzi si perdono anche perché nessuno crede in loro, magari solo perché non sono sviluppati a livello fisico. Questo è un altro problema. E' giusto che gli allenatori fino ad una certa categoria insegnino a divertirsi nel sfidare l'avversario. La tattica c'è sempre tempo per insegnarla. Il problema è successivo quando poi arrivano in Primavera, quando devono fare il salto. Anche nei dilettanti vengono esonerati gli allenatori, è una roba assurda. Un allenatore per non essere mandato via deve portare risultati, succede anche nei dilettanti. Ciclicamente si sente sempre che devono essere migliorati i settori giovanili, ma poi non cambia mai nulla".
Sugli altri paesi: "Quando andai all'Ajax mi raccontavano che allora una parte delle entrate del club andava a finire per il settore giovanile. In tanti Paesi si investe parecchio nel settore giovanile, e soprattutto gli allenatori hanno uno stipendio adeguato per il compito che svolgono. A Cagliari quando c'ero io la territorialità era fondamentale, avevamo quasi tutti ragazzi sardi. Poi volutamente avevamo preso qualcuno da fuori per differenziare e portare qualcosa di diverso".