VISTA IN TRASFERTA, Un sabato molto difficile
A cura di Patrizia Iannicelli
Dopo aver attraversato tutta l'Italia per raggiungere la Sicilia due settimane fa, il calendario ci propone l'ennesimo tour de force per essere in Sardegna. Le complicazioni raddoppiano anche per il turno d'anticipo di sabato e per l'orario delle 18, ma soprattutto perché l'unico mezzo per arrivare a Cagliari resta l'aereo. L'impresa è stata ardua, non è stato affatto semplice programma voli ed orari a quei pochi tifosi viola costretti a decidere autonomamente o a piccoli gruppi. Si prenota in anticipo da Milano, Bergamo, Pisa, Roma. In totale saranno 85 i presenti che si sono ritrovati nel settore ospiti del S.Elia. Le partenze scaglionate a diversi orari, tali da essere intorno alle 15 all'aeroporto Elmas.
Con un'organizzazione impeccabile, le forze dell'ordine del luogo convogliano tutto il gruppo in navette per poter arrivare al S. Elia. A differenza delle condizioni meteorologiche avverse trovate in tutto il percorso, su Cagliari un sole ed una temperatura tiepida rende più semplice la permanenza sull'isola. Dopo i consueti e tranquilli controlli di routine all'interno del parcheggio dello stadio, intorno alle 17 i tifosi sono all'interno del settore. Lo stadio quasi vuoto, il piccolo spicchio degli ospiti, come negli altri anni, al limite della praticabilità, fatiscente quasi a pezzi. All'entrata in campo delle squadre una piacevole sorpresa vedere tutti i nostri ragazzi con una maglia speciale, quella del 49 di Pepito Rossi, un modo per essere vicino al nostro campione nel giorno del suo compleanno.
Il rammarico per questa assenza pesante in questo momento particolare della stagione porta al pensare a quello che poteva essere, ma ben presto tutti sono concentrati sulla gara che sta per iniziare, con cori ed incitamenti alla squadra che è in campo. Sulla formazione, come al solito, non si fanno commenti, certo che non avere in campo (oltre i noti infortunati) pilastri come Borja Valero e Cuadrado, portano a motivi di preoccupazione. Al fischio d'inizio tutto il gruppo dei tifosi cerca di dare il massimo, i cori sono incessanti, ma si nota dalle prime battute la difficoltà di arrivare verso la porta avversaria. Al contrario gli avversari con Pinilla e Dessena, spesso ci fanno sobbalzare. I minuti scorrono, la squadra viola è l'ombra di se stessa, quasi irriconoscibile anche nel fare gioco. Mentre ormai si aspetta la fine del prima frazione, all'39° accade l'irreparabile, un fallo ingenuo e alquanto inutile di Roncaglia su Sau, decreta il rigore che viene trasformato da Pinilla.
Per qualche minuto restiamo attoniti e scoraggiati, la squadra di casa non ha certo meritato questo vantaggio, ma nello stesso tempo siamo consapevoli che il portiere avversario Avramov (ex viola di turno), non ha avuto grossi problemi. Nella ripresa poche emozioni anche con il cambio di Borja Valero, sempre osannato dalla tifoseria, al posto del neo acquisto Anderson. Anche gli innesti di Joaquin per Aquilani, e Matos per Mati Fernandez, non cambiano l'esito della gara. Una Fiorentina spenta e rinunciataria che non ci si aspettava, una partita scialba da pareggio, ma terminata con una sconfitta che ha evidenziato lacune e limiti della squadra viola. Restiamo nel nostro settore il tempo di commentare e confrontarci sulla sconfitta, una viola troppo brutta per essere vera, alcuni dei viola irriconoscibili: Ililic evanescente, Vargas fuori ruolo, ma è mancato tutto il collettivo, forse mentalmente proiettato verso il martedì della semifinale di Coppa, che di certo non diminuisce l'amarezza di una brutta sconfitta.
Autorizzati a lasciare il settore, con la solita navetta si ritorna verso l'aeroporto, in modo tale che ognuno organizzi il proprio rientro. I voli sono tutti per il giorno dopo, qualcuno decide di pernottare in città, metà del gruppo rimane in aeroporto, con la conseguente sorpresa di abbracciare la squadra che riparte la sera stessa. La tifoseria sempre encomiabile ed esemplare non rinuncia alle battute ironiche del caso verso i singoli, ma il clima è tranquillo tale da concedersi un abbraccio, una foto con i propri beniamini, forse anche per sbollire la rabbia della sconfitta. Prima di riprendere i voli di ritorno, per alcuni trascorrono dodici ore, per altri addirittura sedici causa ritardi per condizioni avverse. In fondo per soli novanta minuti di partita i tifosi trascorrono fuori città circa due giorni, stremati fisicamente, ma con la sola forza di volontà di una passione estrema che dovrebbe essere d'esempio a chi scende in campo. Abbiamo poco tempo per archiviare questa trasferta dura e difficile per i tifosi e per la squadra, tra poche ore si riparte per Udine, la sconfitta di Cagliari è già alle spalle.