VISTA IN TRASFERTA, Molte ombre e poche luci

a cura di Patrizia Iannicelli
01.01.2017 20:00 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
VISTA IN TRASFERTA, Molte ombre e poche luci

Archiviata una stagione anomala per risultati e situazioni, i tifosi sono pronti a ripartire per una nuova avventura che li porterà negli stadi d'Italia e d'Europa a fianco della squadra viola. L'urna non è certo benevola quando nella prima di campionato decreta la sfida contro i bianconeri allo Juventus Stadium. L'estate con il caldo torrido imperversa, molti anticipano il rientro dalle ferie, ma per la tifoseria resta una gara alla quale non si può rinunciare per tutto ciò che rappresenta. Il numero totale è di 1400 tifosi, un viaggio interminabile che per molti diventa una vera odissea per le diverse problematiche affrontate, con l'ingresso nell'impianto a gara iniziata, dal ventesimo alla mezz'ora. Della gara solite considerazioni, difficoltà nel creare gioco e portarsi in area avversaria, difesa in affanno, arbitraggio discutibile. Il vantaggio dei bianconeri scontato, ma il goal del pari di Kalinic nella seconda frazione di gioco porta una totale euforia, che purtroppo dura pochi minuti, bloccata in gola, dopo che le solita difesa viola "distratta" permette al neo entrato Higuain di riportare in vantaggio la squadra di casa. La prima delusione della stagione al debutto con i Campioni d'Italia ci può stare, ma non giustifica l'atteggiamento rinunciatario di alcuni giocatori. Con il mercato ancora aperto, si spera che arrivi qualche rinforzo mirato nei vari reparti per dare nuove soluzioni al tecnico. Nessun dramma per una sconfitta scontata, che non cancella le aspettative e i sogni dei tifosi, in fondo il commento unanime resta :"è solo l'inizio..."

La seconda trasferta porta la tifoseria in un caldo settembre a Marassi contro il Genoa, ma per uno strano destino, un violento acquazzone rende il campo impraticabile e dopo una snervante attesa la gara sarà rinviata. Un viaggio inutile per i mille tifosi al seguito, ma provvidenziale per la squadra ancora in cerca di una propria identità. 

Nel turno infrasettimanale in notturna, i tifosi presenti nel settore ospiti del Dacia Arena, ad Udine, sono 238 in totale. Ancora una gara in salita, prima in svantaggio con le solite amnesie difensive, ma si recupera e si ottiene il pari che sembra dare nuova linfa in campo e sugli spalti. L'euforia dura poco, ancora in vantaggio i bianconeri, solo un rigore riporta in parità il risultato festeggiato a lungo sugli spalti per la reazione di carattere della squadra e in rimonta. Torna la speranza di aver intrapreso la strada giusta per tornare protagonisti con le grandi.

La gara più sentita dell'anno per il gemellaggio storico delle due tifoserie, porta un numero esiguo di tifosi all'Olimpico contro il Torino, 438 supporter. La festa è solo sugli spalti, il clima idilliaco rimarca il forte legame che lega viola e granata, ma in campo i padroni di casa partono con l'aggressività per fare risultato pieno. Così purtroppo avviene con il doppio vantaggio dei torinesi, poco conta il goal della bandiera dei viola quasi allo scadere. La seconda sconfitta porta i primi mugugni e il rammarico di una formazione discutibile (solo nei minuti finali è inserita la seconda punta), diversi giocatori sottotono e fuori posizione, la mancanza di grinta agonistica quasi una costante. La cocente delusione dell'ennesima sconfitta porta ad amare considerazioni e preoccupazioni soprattutto perchè fa precipitare la Fiorentina nella zona bassa della classifica. 

Prima settimana di soddisfazione per i tifosi, anche se molto impegnativa, ad ottobre,che in soli tre giorni si portano dal freddo Stadion u Nsy di Liberec, circa 550, al caldo del S. Elia in Sardegna a Cagliari, in 253.  Le due vittorie portano il primato in Europa e due protagonisti assoluti a Cagliari, Kalinic e Bernardeschi, che ripagano per gli sforzi fisici ed economici. Finalmente, anche se con qualche dubbio, nel popolo viola torna quell'ottimismo ed entusiasmo sopito nelle ultime gare.

Le successive trasferte, quasi non sono considerate tali, data la relativa distanza, la prima al Dall'Ara di Bologna la seconda nella vicina Empoli. Massiccia la presenza dei tifosi, con 1500 presenti nel derby dell'Appennino, 2242 al Castellani, anche per la promozione sui tagliandi del settore ospiti fatta della società viola per agevolare i tifosi. Ancora due nette vittorie, ma ottenute in modo diverso. La prima vittoria arriva su rigore e con la squadra di casa in inferiorità numerica, che lasciano la gara aperta  e molta apprensione fino al fischio finale. Restano i soliti problemi, ma la gioia incontenibile sugli spalti, per qualche ora cancella prestazioni deludenti e polemiche incomprensibili, che alla vigilia della gara hanno portato confusione e pareri contrapposti nell'intero ambiente. Il risultato roboante del Castellani ha il sapore della rivincita su una delle gare più brutte della passata stagione. Quattro goal, le doppiette di Ilicic a Bernardeschi (il secondo da cineteca) accompagnati dai cori ironici verso gli avversari, portano la massima soddisfazione e la più entusiasmante che potrebbe diventare la svolta per il proseguo della stagione. 

Quando il peggio sembra alle spalle e la strada da affrontare meno ardua, una settimana da incubo mette tutto in discussione. Frasi fuori luogo dell'allenatore sui talenti, sconfitta inaspettata in Europa e striscioni di disappunto al Franchi, il caos assoluto in casa, prima di affrontare l'impegnativa gara contro l'Inter al Meazza. I tifosi ancora al fianco della squadra, in 600, numero non irrilevante nel posticipo notturno di un giorno feriale. Lo shock è indescrivibile, un film dell'horror, quando in diciannove minuti la squadra è sotto di tre reti. Solita squadra allo sbando, incapace di portarsi in area avversaria, priva di carattere. Poi si rischia la rimonta, ma è tardi, la gara termina con un eloquente 4 a 2, un tempo regalato agli avversari, la mancanza di motivazioni e personalità le note dolenti, ma troppo pesante il passivo per quello visto in campo. Gli errori dell'arbitro di turno e le scelte tecniche discutibili, non fanno che aumentare la rabbia nei tifosi per una triste e umiliante sconfitta che riporta in auge un avversario in crisi. 

Prima della sosta di Natale un dicembre di tour de force di gare per squadra e tifosi. Dopo quella di Baku, per pochi intimi, circa cento, si rigioca a Marassi per il recupero di settembre, anche in questo caso un nugolo di tifosi, 205. La formazione nei titolari è stravolta nel modulo e nei giocatori, dagli spalti non si riesce a capire il motivo. Alla prima azione da goal i padroni di casa sono in vantaggio, soliti svarioni difensivi, passaggi sbagliati, giocatori fuori ruolo, squadra in balia degli avversari non certo superiori ai viola, una buona dose di sfortuna. I cambi troppo tardi non modificano la gara e sulla casella delle sconfitte si arriva a quattro. Nei tifosi tanta l'amarezza per un avversario alla portata che la rabbia è sostituita dalla rassegnazione, consapevoli di una stagione altalenante...

L'ultima trasferta dell'anno solare è all'Olimpico contro la Lazio. I tifosi sono ancora penalizzati dall'orario in notturna, anche se qualcuno rinuncia anche per i risultati poco lusinghieri della squadra, in totale nella capitale sono circa trecento. Molte defezioni dei titolari per squalifica e problemi fisici, ma non può diventare una giustificazione per una squadra che in campo mostra le solite lacune difensive che alla prima occasione da goal, regala il vantaggio ai biancocelesti. A fine tempo il solito errore personale porta al raddoppio su rigore. Nella seconda frazione di tempo i ragazzi provano una reazione e la gara potrebbe riaprirsi con un rigore, ma viene sbagliato da Ilicic. La speranza aumenta con l'ingresso di Zarate che trova il goal, si crede nel possibile pari, la Lazio sembra alle corde e in affanno. I viola non riescono concretizzare le azioni avute e come già successo a Milano in contropiede con la terza rete si chiude la gara. Seconda sconfitta consecutiva, primo tempo regalato, errori personali dei singoli, riserve non all'altezza, la triste e amara analisi di una tifoseria depressa e amareggiata. Il bilancio del 2016 in trasferta non fa certo sorridere, molte ombre pochi bagliori di luce, ma già proiettati verso gli impegni del nuovo anno con la consapevolezza di evitare di fare i soliti errori, per dare una svolta positiva alla stagione ancora tutta da scrivere...con l'augurio che sia un 2017 di colore viola. Felice anno a tutti i lettori...