VISTA IN TRASFERTA, Il solito copione in campo

a cura di Patrizia Iannicelli
19.12.2016 17:45 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
VISTA IN TRASFERTA, Il solito copione in campo

Dopo la sconfitta nel recupero a Marassi contro il Genoa, l'ultima trasferta dell'anno solare porta i tifosi gigliati all'Olimpico contro la Lazio. Il posticipo serale con il rientro dalla capitale a notte inoltrata, il motivo principale che fa desistere molti tifosi a seguire la squadra, oltre al momento non facile per gioco e risultati. Nel primo pomeriggio partono da Firenze pochi pullman e un paio di pulmini, ai quali si uniscono i viola club del sud e centro Italia. Dopo il solito estenuante tragitto dalla barriera allo stadio, scortati dalle forze dell'ordine, i supporter si posizionano nel settore loro preposto intorno alle 20.15. In totale i presenti sono 310. La Fiorentina parte con le defezioni di Badelj e Salcedo squalificati, Borja Valero infortunato, Babacar non al meglio della forma e Gonzalo assente per problemi fisici. La formazione quasi obbligata parte con il modulo del 4-2-3-1, Tatarusanu tra i pali, difesa con Astori, De Maio, Tomovic, sugli esterni Maxi Olivera e Tello ancora preferito a Chiesa,in mezzo Vecino e Sanchez, dietro l'unica punta Kalinic si posizionano Tello e Bernardeschi. La squadra come copione già visto nelle precedenti uscite fuori casa, parte impacciata e timorosa, diverse le occasioni dei biancocelesti, Tatarusanu si salva in calcio d'angolo su colpo di testa di Bastos, Immobile dopo un batti e ribatti tira alto. Dagli spalti si cerca di dare una spinta con l'unico modo che si può, con i cori incessanti e ripetuti che rimbombano e surclassano quelli dei tifosi di casa. Ma al vantaggio dei laziali di Keita con un preciso rasoterra, con un'azione in velocità e le solite amnesie difensive dei viola, la voce si blocca in gola e il freddo diventa insopportabile. Nessuna reazione da parte dei gigliati, che si portano al primo tiro in porta al trentottesimo. Kalinic non viene mai servito, Ilicic poco ispirato e in serata negativa, Tello ancora inconcludente. Ci prova Bernardeschi in un paio di occasioni ma il portiere avversario Marchetti non sbaglia. Nel frattempo Tomovic subisce un brutto fallo ed è costretto ad uscire, rientra poco prima della fine del primo tempo nel recupero, costretto da un errore di Tello, atterra in area Milinkovic Savic con l'arbitro che indica il dischetto. Biglia non sbaglia e si va al riposo sul doppio svantaggio. Lo sconforto per il tempo regalato agli avversari e le difficoltà di alcuni singoli portano alle solite amare considerazioni. Nella ripresa il primo cambio fuori Tomovic per Cristoforo. Il neo entrato dopo due minuti viene agganciato in area da Biglia, l'arbitro indica decreta il rigore e sugli spalti torna la speranza di rimettere la gara.

Dagli undici metri si porta Ilicic che con un tiro debole a mezza altezza porta Marchetti a deviare in angolo, lo sconforto indescrivibile. La Fiorentina sembra avere una reazione di orgoglio, inizia a costruire azioni e si porta nell'area avversaria. Il secondo cambio è Zarate ex laziale, fischiatissimo al posto di uno spento Ilicic. Il neo entrato trova subito la rete, Vecino pesca in area Tello che prima inciampa sul pallone ma poi passa all'argentino che controlla e manda in rete. I viola sembrano credere ad una rimonta e al possibile pareggio, si portano in avanti e la Lazio sembra soccombere da un momento all'altro. A dieci minuti dal termine finalmente Chiesa in campo al posto di Tello. Il neo entrato si guadagna un calcio d'angolo, palla che arriva ad Astori, tiro deviato ancora in corner. Sanchez realizza il goal del pari, dagli spalti l'entusiasmo è totale, si continua a festeggiare mentre la rete è annullata per fallo di mano dal giudice di porta. Come già avvenuto a Milano contro l'Inter , i viola sbilanciati in avanti subiscono il terzo goal in contropiede ad opera di Radu. Tatarusanu nell'occasione non è impeccabile. Termina la gara con la seconda sconfitta consecutiva  e con il solito regalo di aver concesso un tempo agli avversari. Purtroppo il carattere nella seconda parte non basta, con un passivo più pesante di quello visto in campo. Ancora incomprensibili i motivi per giustificare l'atteggiamento rinunciatario e le scelte discutibili dei titolari, su tutti Tello. Dai commenti unanimi si mette in evidenza che la squadra di Sousa sale in cattedra quando gli avversari calano di intensità, ma non è certo una scusante per nascondere gli errori personali dei singoli e la mediocrità delle riserve. Quando la squadra si porta sotto il settore ospiti per il saluto finale, parte qualche coro di disappunto, troppo amara la sconfitta, con il piazzamento in Europa che si allontana. Per l'ennesima volta i tifosi hanno dato il massimo semplicemente per fede e passione verso una maglia, costretti a vedere il solito triste copione in campo. Si chiude mestamente l'anno solare con l'ultima trasferta, nella gelida notte restano delusione e amarezza ma soprattutto dubbi e incognite per il prossimo futuro.