VISTA DALLA CURVA, Aspettando il prog€tto...e lei

La partita vista dalla Fiesole
05.03.2012 00:00 di  Vedo Viola   vedi letture
VISTA DALLA CURVA, Aspettando il prog€tto...e lei
© foto di Firenze Viola

La vigilia di questa partita non è certo delle più rosee: dopo tre sconfitte consecutive siamo stati risucchiati nei bassifondi della classifica, e l'aria che si respira in settimana è da vero e proprio scontro salvezza. Il tempo di festeggiare il compleanno del mi' babbino, responsabile del mio insano amore per la nostra maglia, e mi dirigo di volata verso lo stadio. Passando davanti alla biglietteria ufficiale è impossibile non notare la lunga fila di tifosi in paziente attesa di un biglietto. Un qualcosa che non si vedeva da tempo. Certo però che una fila del genere potrebbe far passare la voglia a tanti, possibile che non ci siano sistemi più veloci per emettere sti benedetti biglietti? Poi ci si lamenta dello stadio vuoto. Arrivo al primo cancello e c'è addirittura la fila, ma basta spostarsi a quello successivo e si entra subito. Mi chiedono addirittura se ho accendini: io? Figuriamoci. Ormai non manca molto all'inizio, e c'è giusto il tempo di rendersi conto che oggi l'afflusso è maggiore. Appare uno striscione simpatico per un ex da me personalmente piuttosto rimpianto: "Con Santana era tutta un'altra musica...". Il grande Mariolino ha lasciato un buon ricordo, e sono sicuro che quest'anno ci avrebbe fatto un gran comodo. Anche perchè quelli arrivati dopo di lui mi sembran tutti molto peggio. L'inizio della squadra è discreto: un paio di mezze occasioni e un piglio in campo che sembra essere quello giusto. Ma l'illusione è di breve durata, perchè dopo circa un quarto d'ora il Bambino si dirige verso la panchina toccandosi la gamba. Ci risiamo. Ma il cambio non arriva, perchè il sostituto non è pronto e ci mette una vita prima di entrare. Di chi si poteva trattare se non di Cerci, ormai quasi tafazziano nel riuscire a farsi infamare da gran parte dei presenti. La bordata di fischi è scontata, dato un rapporto con la Curva iniziato con il piede sbagliato e proseguito peggio, però a me non piace fischiare uno dei nostri che entra in campo, soprattutto se lo fa in un momento cruciale della stagione. Mi limito quindi ad applaudire Jovetic che esce per l'ennesimo problema fisico, toccando tutto il toccabile perchè si tratti di una cosa da poco, visto che senza di lui sarebbero guai grossi. Ma il problema è: adesso chi segna? Totem Amauri? Montolivo e soprattutto Lazzari non ne azzeccano una e non si può certo chiedere al povero Salifu di creare occasioni. Appare uno "Scusate se mi permetto ma in marchigiano icche' vuol dire prog€tto?" in perfetta tradizione fiorentina, segno anche della preoccupazione che inizia a serpeggiare. Finisce il primo tempo, sotto un mix di fischi e applausi. C'è bisogno di una scossa, ma abbiamo tutti negli occhi i secondi tempi giocati di recente, e all'intervallo la preoccupazione è tanta. Si riparte, e c'è Vargas al posto di Salifu: mossa giusta nonchè unica possibile per provare a vincerla.

Dopo un quarto d'ora di poco o nulla, su cross di Pasqualino deviato di testa vedo gonfiarsi la rete ed esplodo, insieme ai miei vicini. Ero veramente molto preoccupato di non riuscire a sbloccarla. E infatti il gol arriva su autorete, anche se lì per lì speravo fosse stato il capoccione di Amauri a svettare. Poco importa, siamo in vantaggio e la Curva riprende fiato. Il Cesena prova a combinare qualcosa ma l'inedito 3-4-3 di Delio funziona discretamente, e Montolivo nella ripresa si ricorda di quello che potrebbe fare, se volesse. Il raddoppio arriva come una liberazione, e fa piacere che a segnare sia una delle nostre migliori speranze per il futuro: Nastasic. Sul 2-0 il risultato è in cassaforte, e si può allentare la tensione con un "Resteremo in Serie A". C'è anche un coro contro i Della Valle, giusto per non farsi mancare nulla. Per quanto mi riguarda, per i processi ci sarà tempo. Si inizia quindi a pensare a lei, con tutto il repertorio classico, e quella spruzzatina di diversamente capelluto che non guasta di certo. Non vedo l'ora, e lo dico subito: fra due settimane chi andrà in campo dovrà dare tutto, ma proprio tutto. Non sopporterei di veder trasformare l'ultima possibile gioia della stagione in una figura di merda. Scusate il francesismo.
Nei minuti di recupero si assiste ad un curioso siparietto: Boruc ritarda un rinvio con Vargas che si sbraccia per ricevere il pallone. Sarebbe stato un due contro uno, ma chi se ne frega, ormai s'è vinto. Poco dopo la scena si ripete, e stavolta Boruc reagisce vistosamente, non si sa se verso Vargas o il pubblico. Ammirevole questa voglia di attaccare, ma bisognerebbe averla in altri momenti e non quando si vince 2-0 a un minuto dalla fine. Il fischio finale suggella ufficialmente la vittoria: un brodino che ci fa guardare con un minimo di tranquillità alle prossime, difficili, partite. Il tempo dei processi e quindi della ricostruzione è ancora lontano, prima c'è da mettere altro fieno in cascina. Il vantaggio sulla terz'ultima è aumentato, ma ci attendono due trasferte difficili come Parma e Catania. E fra due settimane arriva lei. Non facciamo scherzi.