VIOLA, La musica non è cambiata

03.05.2012 10:00 di  Tommaso Loreto   vedi letture
FEDERICO DE LUCA 2012
FEDERICO DE LUCA 2012
© foto di Firenze Viola

Sì, credevamo d'averle viste tutte. E invece no. Dovevamo ancora ingoiare un 5-0 interno contro la Juve e una rissa in panchina tra tecnico e giocatore. La Fiorentina stupisce (in negativo) davvero senza limiti. Che sia per qualche incompresibile scelta di gestione comunicativa (soltanto nelle ultime 48 ore, tra sale stampa saltate per il primo maggio e fughe di Kharja se ne son sentite di tutti i colori), per qualche bizzarra strategia di mercato o per episodi che non hanno precedenti (nè in campo, nè fuori). Basterebbe pensare a quel Kharja che, ieri sera, ha ritenuto giusto lasciare lo stadio perchè non titolare, senza che nessuno ritenesse opportuno di richiamarlo alle proprie responsabilità professionali.

E così, alla fine, persino un tecnico preparato e di lungo corso come Delio Rossi ha perso la testa. Perchè prima ancora di qualsiasi giudizio, quel che è accaduto a Rossi è stato un lampo di follia pura. Non giustificabile. Nel segreto dello spogliatoio, si sa, può succedere di tutto, ma durante una partita, in panchina, davanti a migliaia e migliaia di spettatori e telespettatori non si può perdere il senno in questo modo. Ed è questo, forse, l'aspetto più doloroso. Anche con riferimento a un allenatore come Rossi che, dopo appena 5 mesi di questa Fiorentina, ha perso faccia e reputazione. Ancora una volta, la società non ha tutelato il suo riferimento tecnico, lasciandolo di fatto solo in una situazione che era evidentemente ingestibile.

Nessuno, del resto, ha mosso un dito mentre Corvino smantellava questo gruppo a gennaio lasciando Rossi senza attaccanti. Nessuno, prima, si era domandato come mai per 6,5 milioni di euro era stato acquistato un giovanotto che fino a oggi non ha dimostrato niente. E nessuno, infondo, si è preoccupato di tutelare Rossi da uno spogliatoio che, ormai da tempo, ha deciso di fare sempre e comunque di testa propria, senza ascoltare troppo dirigenti che, evidentemente, non hanno grande presa sugli stessi giocatori.

Insomma, riguardando quanto accaduto ieri sera, vien da pensare che anche lo scontro Rossi-Ljajic sia legato a una politica societaria fallimentare da due stagioni. Trattasi, in altri termini, di tutta serie di reazioni a catena che si sono innescate giorno dopo giorno, lacuna dopo lacuna, errore dopo errore. Senza preoccuparsi mai troppo di conseguenze che oggi mettono i brividi, come i sei punti sul Lecce. In questo marasma, indubbiamente, serve restare lucidi e affrontare le ultime gare con il massimo di concentrazione che questa Fiorentina può racimolare. Poi, davvero, speriamo che la musica cambi. E con essa il maggior numero possibile di suonatori.