VIOLA ALL'INGLESE, TRASFERTA TOCCATA E FUGA: I PRECEDENTI...
In Inghilterra e all'estero in generale è la prassi, in Italia è quasi una bestemmia. Paulo Sousa, non a caso il più internazionale degli allenatori in Italia nonostante non sia certo l'unico tecnico straniero degli ultimi anni in A (ora in realtà c'è solo Mihajlovic), ha sdoganato il vecchio concetto del ritiro. Appena arrivato ha infatti eliminato quelli casalinghi, convocando il giorno stesso della partita i giocatori al centro sportivo: allenamento tutti insieme, pranzo e riposo in hotel solo per chi sarà della partita. Il concetto è chiaro: il gruppo si fa in allenamento, con pranzi obbligatori al centro sportivo o con cene ad hoc nei locali di Firenze ma per il resto il giocatore deve cambiare il meno possibile le sue abitudini e può stare in famiglia senza sconvolgerne il trend. Sousa stesso la sera precedente all'importante partita di Europa League con il Tottenham al Franchi andò addirittura tranquillamente a studiare la Roma con il Real all'Olimpico e a molti è sembrato appunto strano. Questione di abitudini, dure a morire nella mentalità italiana.
E questa volta Sousa ha voluto anche una trasferta toccata e fuga: partenza per Roma, dopo appuntamento e colazione al centro sportivo, alle 11.40 circa; partita e rientro in nottata con treno speciale e poi tre giorni liberi visto che i giocatori si ritroveranno solo martedì prossimo. Un metodo già adottato per la trasferta a Verona in questo campionato; risultato 2-0 per i viola. Lo aveva già fatto Beretta al Siena due anni fa (convocazione dei giocatori dopo pranzo in casa o al sacco in trasferta), ma solo per problemi economici, tanto che poi la società è fallita. Ma a ben guardare la Fiorentina aveva già intrapreso questa strada la scorsa stagione con Montella che, oltre ad abolire qualche ritiro casalingo per le gare in notturna, in Coppa Italia fece lo stesso con la Roma: trasferta in giornata, con tanto di "veni, vidi, vici" visto il risultato di 2-0 dei viola. Insomma Sousa ha trovato terreno fertile nella Fiorentina, che vuole sdoganare abitudini e luoghi comuni intraprendendo la strada di un calcio più internazionale e non solo sul campo. E chissà che, scongiuri a parte, non porti ancora bene.