UNA SITUAZIONE PARADOSSALE
Fa bene la Fiorentina a non voler metter bocca sulla vicenda UEFA-Milan. Considerato il quadro di incertezza pressochè totale che regna sull'esito del ricorso dal TAS, ma anche sul futuro della proprietà rossonera, qualsiasi intervento avrebbe il sapore dello sciacallaggio e certamente non parlerebbe a favore di una società - quella viola - che in Europa ha sempre dato un'ottima immagine di se stessa.
Diverso il discorso su una serie di dichiarazioni che lasciano come minimo perplessi. Perchè il presidente del CONI Malagò avrà anche voluto tutelare il calcio italiano, ma il suo intervento a favore di una revisione della sentenza del TAS sembra tanto l'ennesima dimostrazione di come, in questo paese, sia semplice derogare alle regole. Anche perchè di lì a poco gli ha dato man forte anche Fabbricini, neo Commissario della FIGC.
Non si spiega altrimenti come non venga tenuta in considerazione, da parte delle istituzioni italiane, una condotta societaria come minimo spregiudicata nei confronti del Fair Play Finanziario e come non possa assumere nessun tipo di valore il rispetto di quei paletti. Se il tifoso viola difficilmente potrà esultare per un bilancio che oggi, in virtù delle condizioni in cui versa il Milan, riapre le porte dell'Europa, non è detto che il rispetto delle norme debba essere completamente snobbato.
Se in altri termini il Milan paga un triennio nel quale non ha rispettato determinate condizioni di bilancio non si capisce perchè non si debbano difendere anche gli interessi di chi, invece, quelle condizioni le ha prima fatte proprie e poi applicate rivoluzionando interamente squadra e bilancio.
Anche perchè, oggi come oggi, quella stessa società che al Fair Play Finanziario c'è stata attenta eccome, cioè la Fiorentina, è ulteriormente obbligata ad attendere probabilmente la metà del mese di luglio per capire chi dovrà affrontare nel preliminare e dove dovrà giocare. Se Malagò, o Fabbricini, devono proprio esprimere recriminazioni potrebbero certamente tenere di conto, oltre alla virtuosità del club viola, anche la condizione paradossale in cui la UEFA ha gettato la Fiorentina.