UN SOSPIRO (DI SOLLIEVO) DI FRONTE AL DILUVIO DI MARASSI
Ventisette minuti di gioco circa, di per sè, non valgono abbastanza per un giudizio solido. Su questo, battuta scontata, non ci piove. Ma al termine della domenica di campionato resta, sospeso a mezz'aria, ancora quel sentore di sollievo di fronte alla decisione dell'arbitro di sospendere la gara di Marassi. Perchè se una certa superiorità fisica del Genoa poteva anche starci (si è detto più volte che la preparazione estiva di Sousa quest'anno è cambiata) è la prevedibilità del gioco viola a destare qualche lieve preoccupazione.
Certo, niente su cui disperarsi a questo punto della stagione e dopo nemmeno metà primo tempo, ma pur sempre un altro tassello in un momento che per la Fiorentina dura da parecchio tempo. E non solo per le amichevoli estive nelle quali i risultati sono stati più che altro negativi. Quasi che il fattore sorpresa del girone d'andata della passata stagione, e la successiva involuzione nel girone di ritorno, non avesse infine avuto alcun tipo di evoluzione. Anche in questa primissima parte di stagione. I viola sono assai simili agli ultimi mesi dell'ultimo campionato, e questo è un problema.
Saranno le corsie esterne dove il gioco non si allarga come capitava un annetto fa, un modulo che sposta più di un elemento (nè Bernardeschi nè Tello hanno avuto un grande avvio di stagione), saranno gli approvvigionamenti che non arrivano a Kalinic costretto a giocarsela regolarmente da solo in area di rigore, o più semplicemente la manovra che non trova sbocchi, fatto sta che il gioco di Sousa sembra ancora statico come nel maggio scorso.
Meglio muovere i primi passi in Europa, sfidare il clima caldissimo di Salonicco, e sperare di crescere sotto parecchi aspetti. In effetti di fronte al rischio di vedere un'altra gara - l'ennesima - in difficoltà fisica e mentale come quella contro il Genoa, per oltre 90 minuti invece che solo per 27, è anche giustificabile immaginare che il diluvio sia stato salutato con un pizzico di sollievo da parte dei più.