(UN ALTRO) DEJA VU
In assenza di comunicazioni dirette, interviste e tutto il consueto repertorio che dovrebbe far parte di una società che decide di esprimersi dopo una figuraccia, la Fiorentina fa sapere che nelle prossime 48 ore si riunirà per prendere una decisione relativa al momento della squadra. Come si legge da quello che è a tutti gli effetti un comunicato, si tratterà di un summit nel quale non è da escludere nessun scenario. Che sia un ritiro punitivo in vista della sfida con il Bologna (coincidenza vuole che anche nel gennaio di un anno fa, alla vigilia della trasferta di Bologna, la squadra finì in ritiro) o direttamente l’esonero del tecnico Pioli (che però lascia più di una perplessità in molti, a cominciare da Corvino, in vista del match di Coppa Italia).
Le indiscrezioni circolate nel pomeriggio raccontavano di grossa delusione nella proprietà e nella dirigenza viola, niente di confutato da esposizioni mediatiche dirette, ma certamente voci. Una situazione che ricorda molto da vicino quella vissuta ai tempi del post Monchengladbach con Sousa su una panchina traballante e qualche contatto - poi senza un seguito - con un traghettatore individuato ai tempi in Reja. In uno scenario simile la Fiorentina informa dunque che i prossimi due giorni saranno decisivi, probabilmente anche in linea con i tempi necessari per mettere allo stesso una proprietà non esattamente presente - almeno non quotidianamente - in ambito di vicende viola. Sembra già un passo in avanti rispetto al consueto immobilismo, almeno nella volontà di affrontare una serie di problematiche ormai da tempo evidenti.
A diciassette giorni dalla sfida di Bergamo in casa viola è arrivato un primo momento in cui fare i conti con quel che non funziona e che ha causato il lento declino di questa squadra. Magari per intervenire sull’allenatore che non sembra più in grado di scuotere dall’apatia questa squadra, o semplicemente per richiamare alle proprie responsabilità i giocatori. Un timido colpo in un silenzio assordante, ormai da mesi, che può e deve essere raccolto come un tentativo di arrivare a giocarsi la stagione, il 25 aprile, in condizioni migliori di quelle attuali. Non molto altro tuttavia, almeno a giudicare dai riferimenti alla "squadra forte e promettente di un tempo". Non è dato sapere quando questa Fiorentina sia apparsa forte e promettente nell'ultimo anno e mezzo, ma la sensazione è quella di sempre: individuare un unico colpevole senza considerare tutto il resto. Sotto questo profilo le stesse parole di Pezzella ("non ci ha fatto bene il recente botta e risposta tecnico-presidente") riportano alla memoria altre divisioni interne già raccontate.
L'auspicio, allora, è che dopo il preannunciato summit, e a prescindere da qualsiasi decisione alla fine venga presa, ne arrivi anche un altro. Quello legato a un onesto bilancio oggettivo di tutto quel che non quadra nel mondo viola negli ultimi tre anni. A cominciare da chi ha ridisegnato la squadra dopo il reset post Pradè per arrivare a quelle logiche (per lo più economico-finanziarie) che ne hanno inevitabilmente condizionato l’operato. Perchè altrimenti, anche questa resterà una storia già vissuta, esattamente come la noiosissima domenica appena passata.