SWEET HOME ARTEMIO FRANCHI
FirenzeViola.it
CASA DOLCE CASA - Grande tra le mura amiche, piccola quando la fortezza viola è distante chilometri ed i bastioni che pullulano di tifosi inviperiti, cantanti e fischianti, non possono farsi sentire. La Fiorentina versione 2008/09 è così: una Globetrotter di poco successo, una donna di casa poco avvezza alle minigonne. Meglio le pantofole e il risveglio al rintocco del Campanile. Sette gare tra le mura amiche, 17 punti su 21 disponibili, 12 reti fatte e solo 4 subite. Fuori, il buio: 5 sconfitte e 2 vittorie, 6 reti fatte ed 8 subite.
NOSTALGIA CANAGLIA - Bottino realizzativo a parte, sorge spontaneo il dubbio: che ha di tanto speciale il Franchi? O meglio: che ha la Fiorentina che non va? Perché perdere a Roma due volte può starci, nella Capitale sono caduti alcuni degli eserciti più valorosi della storia ed alcune delle armate più agguerrite dei terreni di gioco. E lo stesso vale per il San Paolo, decimo livello degli inferi per coloro che passano a fargli visita. Cagliari e Siena, però, no: Allegri e Giampaolo sono due condottieri valorosi, ma l'esercito viola che si è posto mete di conquista ambiziose prima che fosse alzato in cielo il primo pallone, impongono i tre punti anche dove "il cielo non è così blu".
I BAMBOCCIONI - Serve carattere, signori. Quello di Mutu, che ha cosparso di miele cori e fischi dell'Olimpico. "Pensavo solo a giocare". Serve quello per essere Squadra. Compatta. Coesa. Vincente, soprattutto. Il pubblico di Firenze, si sà, è da decenni il dodicesimo uomo in campo. Per e contro. Perché sostiene, dà stimoli ed allo stesso tempo fa tremare le gambe a chi grande non è. Mentre le altre, vedi Inter e Juventus, passano indenni con un punto in saccoccia anche dalle rive dell'Arno. Ci vuole una Fiorentina "meno bambocciona", meno attaccata alle gonne della madre Firenze per poter sognare in grande. Solo allora ci sarà la svolta, l'inversione a u definitiva verso l'alto, senza il bisogno che per arrivare ai tre punti ci sia la "Casa Dolce Casa".