SUPERCOPPA, L'IRA VIOLA MUOVE GLI ALTRI CLUB. E SPUNTA L'IPOTESI DELLE SEMIFINALI IN ITALIA
È una vittoria, quella conseguita sul Verona, che ai piani alti di casa Fiorentina è stata goduta solo in modo parziale. A occupare una cospicua porzione dei pensieri del club (da settimane, ormai) è infatti quella che sarà la decisione finale che verrà presa dalla Lega e dalle società coinvolte circa la Supercoppa italiana, responso che verrà messo nero su bianco nel corso di una riunione strategica in programma oggi pomeriggio. Nonostante da Milano si professi da tempo ottimismo, le criticità e le tensioni restano ancora tante e se sul fronte delle date la quadra sembra ormai essere stata trovata (le semifinali Napoli-Fiorentina e Inter-Lazio sono previste per il 18 e il 19 gennaio mentre la finale è in programma per il 22) è su tanti altri dettagli che oggi dovrà essere fatto il punto.
Stadio non a norma
Le difficoltà, come detto, sono evidenti e tra le società che nelle ultime ore hanno fatto sentire più di tutte la propria voce c’è stata la Fiorentina, che con il dg Barone ha sollevato una serie di perplessità circa l’organizzazione dell’evento che sono state poi in toto condiviso dagli altri sodalizi coinvolti. Una di queste (sono in tutto quattro) riguarda ad esempio l’inefficienza dell’impianto dove in base al volere della Lega (che ha di recente effettuato la cosiddetta “site visit”) si dovrebbero giocare le due semifinali: si tratta, nello specifico, dello stadio della società Al Shabab (struttura da 22mila posti), ritenuto carente di tutte le aree necessarie per svolgere adeguatamente un incontro di calcio (dagli spogliatoi a norma ai settori per personale coinvolto e media). La proposta della Fiorentina e degli altri club è dunque quella di giocare tutte e tre le gare del treno nel nuovissimo stadio dell’Al Nassr, dove è già in programma la finalissima del 22 gennaio, seguendo l’esempio della Supercoppa spagnola che si giocherà poco prima in quell’impianto.
Pochi campi (e pessimi)
Un altro problema basilare sollevato dai quattro club partecipanti è che, al momento, non sono stati individuati impianti di allenamento sufficienti e adeguati per tutte le squadre, che ad oggi dovrebbero condividere (in orari diversi) le stesse strutture alle porte di Riad più - eventualmente - il centro sportivo dell’Al Nassr che però si trova in una località molto lontana dagli alberghi di Fiorentina, Napoli, Inter e Lazio. A questa magagna si aggiunge anche quella legata ai manti erbosi, ritenuti già adesso scadenti (in tal senso quasi tutte le società hanno già in programma di inviare degli agronomi di fiducia per valutare lo stato dell’arte) e che andranno a peggiorare visto che la Supercoppa italiana si giocherà in tempi successivi a quella spagnola.
Troppo caos
La quarta e ultima problematica riguarda il poco gradimento dei club per la città di Riad, ritenuta eccessivamente caotica e con percorsi troppo lunghi da percorrere da parte delle comitive coinvolte nell’evento. Ma, almeno questo problema, pare superabile. Resta invece un fastidio notevole di base per quanto riguarda le altre perplessità, che se non verranno risolte potrebbero indurre i club a chiedere di disputare almeno le due semifinali in Italia (a Roma?), contravvenendo dunque agli accordi presi dalla Lega con l’Arabia Saudita che prevedono che nei prossimi sei anni si svolgano (a pieno) quattro edizioni modalità “final four” di Supercoppa italiana nell’Emirato. Oggi, intanto, se ne saprà di più. Ma mai come nella riunione odierna la tensione salirà alle stelle.