STORIE DI DITA DAVANTI ALLA BOCCA. ORA VA VOLTATA PAGINA
Il gesto che Giovanni Simeone ha compiuto dopo il gol di ieri contro l'Empoli non ha lasciato indifferenti i tifosi viola, che hanno fatto a gara a giudicare quel dito davanti alla bocca della punta argentina apparso a qualcuno fuori luogo visto il momento della squadra e dello stesso giocatore, ad altri semplice peccato di gioventù.
Ma nella storia della Fiorentina il dito davanti alla bocca non è un episodio inedito: da Batistuta al Camp Nou nel '97 (verso i tifosi avversari, va ricordato), a Mutu contro il Cagliari nel 2007 passando per Montolivo l'anno successivo, chi per un motivo chi per un altro ha deciso con la maglia viola addosso di fare un gesto diventato ormai iconico almeno per la squadra viola. Della rosa attuale va ricordata anche la mano portata all'orecchio di Biraghi dopo il gol realizzato contro il Chievo Verona lo scorso anno, un'esultanza simile a quella proposta da Simeone.
Nel caso del Cholito, il motivo del gesto lo ha spiegato lo stesso giocatore e si riconduce tutto ad un momento di grande pressione per lui e per tutta la squadra viola dopo un periodo tutt'altro che positivo. E non è un caso che a prendersi la squadra sulle spalle sia stato uno dei giocatori più esperti della rosa: quel Kevin Mirallas che a 31 anni ha già giocato sette stagioni in Premier League e 60 partite con la propria Nazionale.
La vittoria di ieri contro l'Empoli può diventare quindi un'occasione di voltare pagina per tutti. Per Pioli, che finalmente è riuscito a trovare anche soluzioni dalla panchina. Per Mirallas, autore di un'altra partita di personalità dopo i minuti giocati a Sassuolo. Ma soprattutto per Simeone, alla seconda rete consecutiva e protagonista di un episodio che a molti non è piaciuto ma di cui lo stesso Cholito si è scusato più volte nell'immediato dopo-gara di ieri (QUI le sue parole).
La reazione di Simeone e compagni in campo è stata rabbiosa e certamente ha fatto capire che questa squadra può e deve dare di più. Si riparte dal 3-1 con cui i viola hanno schiantato un Empoli voglioso ma inferiore nel totale dei 90 minuti. Non certo dal gesto di Simeone.