SPECIALE FV, Le isole felici del calciomercato
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© foto di Giacomo Morini
Povera Italia. Perché i soldi latitano nel Belpaese, preso da una crisi infame che ha coinvolto anche il mondo del calcio. Adios ai colpi da prima pagina anche sul New York Times. Ora vende anche l'Inter, non compra più il Milan, la Roma fa colpi a parametro zero, la Juventus spande su buoni giocatori ma non certo fenomeni, le altre piazzano magari un maxi acquisto pensando però anche a far cassa con le cessioni.
L'Inter è prossima a vendere Balotelli e Maicon. City e Real, estero chiaramente, le destinazioni designate, poi penserà anche agli innesti. Mascherano per la mediana, Kuyt per l'esterno, dopo il ritorno alla base di Biabany, l'approfo del baby fenomeno brasiliano Coutinho e la cessione di Quaresma in Turchia. La Juventus ha rinnovato tanto, chiaro: dopo Cannavaro, è pronta a vendere altre bandiere come Camoranesi, Grosso e forse Trezeguet. Dentro Motta, Bonucci, Storari, Pepe, Martinez e Lanzafame. Buonissimi giocatori, più che onesti gregari, ma da loro a Nedved, Vieri ed altri ce ne corre. Che dire del Milan: il 'colpaccio' è la conferma di Ronaldinho. Poi il vuoto, con Amelia che va a contendersi i pali con Abbiati, Papastathopoulos e Yepes ad arricchire la difesa ed uno stuolo di giovanotti per la Primavera. Zero euro per i rossoneri, zero euro anche per la Roma, che riporta in Italia l'incognita Adriano, Imperatore coi piedi ma 'giullare di corte' fuori dal campo, e prende Simplicio pagandogli solo il contratto. In Champions anche la Sampdoria: che tra i pali avrà Curci, arrivato dal Siena, che va a sostituire Storari. Poi nulla più, escluso qualche ritorno dal prestito (Dessena e Marilungo). Il Genoa è l'isola felice: dentro Miguel Veloso, Zuculini, Toni, Eduardo, Chico e Ranocchia, fuori Amelia, Papastathopoulos e Zapater. Rinforzi pesanti per i grifoni, per una squadra allestita per lottare per la Champions. La stessa che sogna anche il Palermo che, ceduto Cavani al Napoli (unico colpo dei partenopei, ma da 15 milioni), porta in Sicilia Maccarone e Pinilla, oltre al polacco Glik che va a sostituire Kjaer in difesa (finito al Wolfsburg). Le altre: il Bari perde i due centrali deluxe Ranocchia-Bonucci e porta in Puglia Rossi dal Parma, oltre a Raggi dal Bologna, mentre puntella centrocampo ed attacco con Pulzetti e Ghezzal a fronte delle cessioni di Allegretti e Meggiorini. Il Bologna si rinnova: via in tanti, per la retroguardia sono arrivati Esposito e Morleo, in mediana i baby Khrin ed Ekdal, davanti Meggiorini aspettando il colpaccio Perez dal Monaco per la mediana. A Cagliari cessioni b-side e pochissimi innesti, resta però da risolvere la grana Marchetti (in uscita), mentre il Catania, orfano di Martinez, ha riportato a casa il bomber Antenucci. Il Chievo ha preso il nazionale sloveno Cesar e Bogliacino dal Napoli, lasciando Yepes al Miln e Bogdani al Cesena. La Lazio, che si adopra per sfoltire la rosa, ha preso a parametro zero Bresciano e dal Nacional di Montevideo Alvaro Gonzalez, mentre il Parma parlerà latino con il difensore Paletta dal Boca e Marques dall'Espanyol. L'Udinese, infine, via due big come Pepe e D'Agostino, ha di nuovo Candreva e tanti baby come seconde linee. Chiosa sulle neo promosse. Il Brescia puntella i pali con Sereno, la rosa è poi quella della scorsa stagione. A Cesena arrivano Bogdani, Caserta ed il giapponese Nagatomo, oltre ad Avramov tra i pali, colpi minori anche a Lecce con Olivera dal Penarol e Brivio dal Vicenza.
Tutto questo riassunto in un concetto. Il calcio italiano vive un forte momento di crisi e la rinuncia a 30 milioni per Jovetic, le conferme (ad oggi) di tutti i big in rosa, devono far sorridere i tifosi gigliati. Certo. La casella entrate non è accompagnata da stelle e campioni dal valore assoluto. Via Avramov dentro Boruc, via Di Tacchio dentro D'Agostino, via Gobbi dentro Insua. Anche Firenze, nell'era della povera Italia, è una delle poche isole semi-felici del calcio nostrano.