SOUSA, DELLA VALLE, PIOLI: BOLOGNA ANCORA CROCEVIA
Bologna ancora crocevia per il futuro della Fiorentina, per il terzo anno consecutivo. Se negli anni passati il derby dell'Appennino era a rischio neve fisso (ed anche la scorsa stagione si sciolse appena in tempo) nelle ultime due stagioni ha rappresentato invece un bivio per allenatore o squadra, così come alla ripresa di questo campionato. Nel 2016 infatti si presentò allo stadio lo stesso Andrea Della valle, pronto a far saltare Paulo Sousa nel caso di un risultato deludente. Era il Sousa della seconda stagione, quella appunto in cui il portoghese dal sogno aveva riportato alla triste realtà, che, a detta dello stesso tecnico, era quella di una squadra che non poteva permettersi cali di ritmo o intensità perché senza giocatori in grado di fare la differenza e scelti unicamente da direttore e società. Insomma parole che creavano sempre più una crepa tra proprietà e tifosi, con il tecnico a fare da capopopolo. E i risultati non lo stavano aiutando, tanto che al derby dell'Appennino la Fiorentina si presentò dopo un deludente pareggio con il Crotone.
Nella stagione successiva, ma siamo al febbraio 2018, la Fiorentina di Pioli iniziò la stagione a singhiozzo e il fondo fu toccato a fine gennaio con un imbarazzante 1-4 del Verona al Franchi (che viaggiava già a ritmo retrocessione, cosa poi effettivamente avvenuta). Pioli ebbe un acceso confronto con la squadra che sette giorni dopo era impegnata nel derby dell'Appennino. Alla Fiorentina serviva una svolta e serviva ritrovare fiducia e orgoglio, sui quali cercarono di fare leva Diego ed Andrea Della valle piombando nel ritiro bolognese dopo mesi di assenza e un comunicato che, a maggio, aveva messo in vendita il club. Fu DDV a parlare al gruppo, il fratello Andrea parlò con alcuni giocatori singolarmente, l'allora capitano Astori e Saponara in particolare. In entrabe le stagioni la Fiorentina riuscì ad avere quella svolta: il 29 ottobre 2016 fu un gol di Kalinic a salvare la panchina di Sousa, il 4 febbraio 2018 furono un autogol di Mirante e una perla di Chiesa a riportare il sorriso in casa viola.
In questa stagione la Fiorentina arriverà a Bologna dopo la sosta delle Nazionali con un pareggio deludente a Frosinone che ha il sapore della sconfitta ma soprattutto con quattro pareggi che le avversarie hanno ottenuto in rimonta con la Fiorentina incapace di chiudere le partite e di segnare, con colpe ripartite tra gioco globale, Pioli e giocatori. Il tecnico ha tenuto a rapporto la squadra già a Frosinone, alzando i toni della voce come non mai. La Fiorentina deve decidere se fare un campionato da Europa o se cadere nell'anonimato e Pioli vuole capire dai suoi giocatori da che parte stanno. Inizia ad avere qualche dubbio anche la società, sulle scelte fatte in estate ma anche sulla capacità del tecnico di tenere la tensione sempre alta nella squadra. Insomma Bologna rappresenta di nuovo una prova del nome per tutti i viola.