SOLO NELLE INTENZIONI
Eppure la Fiorentina ci teneva al traguardo TIM Cup, o Coppa Italia per i più nostalgici dell'alfabeto calcistico. O almeno aveva dato l'idea di volerlo fare, dato che mister Pioli, ma non solo lui, avevano ribadito l'importanza della competizione in una stagione che in campionato rischia di regalare non troppe soddisfazioni. Alla vigilia infatti, il club manager ma più semplicemente la bandiera vivente della storia viola, Giancarlo Antognoni aveva sentenziato: "Andremo a Roma per giocarcela, anche se l'avversaria è complicata. Per noi la coppa è un obiettivo importante".
Già, anche se a vedere le scelte di formazione di ieri sera a qualcuno più di un dubbio sarà rimasto. Facendo bene i conti dei fedelissimi di Pioli, dei quali vi abbiamo parlato e riparlato (ad esempio QUI), erano presenti solamente in quattro: Astori in difesa, Benassi e Veretout a centrocampo e Chiesa nello strano, e a posteriori si può dire poco efficace, ruolo di esterno sinistro a tutto campo. Degli altri scesi in campo quello ad aver totalizzato più minuti era Gaspar, con poco più di 600' prima di ieri. E il portoghese è stato tra i peggiori in campo... Troppo facile però prendersela con le seconde linee e infatti Pioli, nella canonica conferenza del post-gara ha voluto precisare: "Non sono d’accordo che chi gioca meno non è al livello degli altri: non abbiamo perso perché hanno giocato le cosiddette riserve. Per me Sanchez, Saponara o Babacar sono titolari", ha sentenziato l'allenatore gigliato. Ma nel concreto i cambi di formazione, per la verità preannunciati dallo stesso Pioli, sono stati molti e l'importanza e l'impellenza della competizione per i ranghi viola è sembrata rimanere solamente nelle intenzioni.