SIRENE ROSSONERE
Prima o poi le sirene avrebbero dovuto suonare. Chiaro. I gioielli, quelli che brillano, sono sempre merce preziosa e golosa di lù dal sottile vetro delle vetrine del calciomercato. Adriano Galliani suona il violino, sul balcone c'è Vincenzo Montella. Artefice e deus ex machina, sul campo, delle mirabilie viola, l'Aeroplanino è sempre stato tecnico con estimatori sin dai tempi della Roma. Non che d'acqua sotto i ponti ne sia passata troppa, visto che è allenatore fresco e giovane. Però con il Catania aveva attirato su di sè tanti riflettori, soprattutto quello della Fiorentina che poi ha acceso l'interruttore e deciso di portarlo in viola. Gioco, brio, divertimento.
Filosofie gigliate ma anche calcisticamente berlusconiane, dove l'albero di Natale ha sempre fatto rima con spettacolo e squadre vincenti. Campioni in campo, gestori e grandi insegnanti di tattica e tecnica in panchina. Sacchi, Ancelotti, Capello. Tre nomi sparsi, pure Allegri sin quando è rimasto nelle grazie presidenziali sembrava destinato ad infilarsi di diritto nell'Olimpo dei grandi di casa Milan. Ora, ieri, Adriano Galliani loda Vincenzo Montella. "Farà una grande carriera, fa giocare bene le squadre". Come piace a Berlusconi in fondo, ma il presidente rossonero si rassegni. Firenze e la Fiorentina faranno spegnere quelle sirene, legittime, del mercato, quanto prima.