SERVONO LE STRISCE?
"Non accetto la diversità di comportamento per un giocatore rispetto ad un altro. Si vedono tante immagini di giocatori che dicono quello che vogliono in faccia agli arbitri e non gli viene fatto nulla. Almeno in questo bisogna avere uniformità, altrimenti si perde di credibilità". Scegliamo le parole di Vincenzo Montella per spiegare quel che si è respirato ieri al "Franchi". Non che sia una novità, figuriamoci, ma almeno ci avevano abituato a dover attendere la fase finale della stagione, quella decisiva, per sviste arbitrali e difformità assortite di giudizio.
Questa terza giornata, invece, rappresenta una vera e propria novità nel quadro degli orrori del calcio italico. Non che la Fiorentina non abbia mai subito torti in avvio di campionato (giusto ricordarlo) ma almeno, si pensava, una buona fetta della stagione la si poteva giocare con moderata tranquillità. E senza interventi di terzi dal fischietto particolarmente complesso. Ci son logiche complesse, come minimo, dietro al silenzio di De Marco sul rigore di Murru ai danni di Rossi, o sulla gestione globale di una partita che meritava molti più cartellini. Semplici e intuitive, invece, quelle che sono le logiche dietro al rosso rifilato a Pizarro.
Perchè soltanto un anno fa fu Aquilani, a Catania, a rendersi conto di quanto pesavano in più le sue parole rivolte all'arbitro, piuttosto che quelle di qualche collega di strisce vestito. Guarda caso, proprio lui, proprio Aquilani aveva pagato la difformità di giudizio di fronte al suo epiteto verso l'arbitro rispetto ad ex compagni milanisti, juventini o giallorossi come capitan Totti. Certe parole, certe esternazioni che chi solca un campo di calcio sente da decenni, sono concesse solo a taluni giocatori, non agli altri.
E adesso l'ha ben capito anche Pizarro. Cosa? Che un suo "c...o fai" è molto più grave di tante offese viste e riviste ovunque. Il "Pek" che, per inciso, ha una certa difficoltà nel fare pace con un sistema che pure dovrebbe conoscere bene. La sua reazione è indiscutibilmente segno di non voler capire che in quel modo mette soprattutto in difficoltà la propria squadra, ma quella di De Marco è al solito la diversa interpretazione (molto diversa) da quella applicata da tanti suoi colleghi con altri giocatori. E con altre maglie.
Dunque la vera grande novità è che alla Fiorentina, quest'anno, determinati messaggi sono già stati recapitati. Montella, nel dopo gara (ma anche lo stesso Pizarro con quel "Che paura avete a fischiare?") ha dato voce un intero ambiente che già oggi si è ritrovato a fare conti (con i punti in meno in classifica) chiusi soltanto tre mesi fa, al termine della passata stagione. Di fronte alle riunioni con gli stessi arbitri che, evidentemente, non portano a effettivi cambiamenti in campo, il fatto che un tecnico come Montella abbia chiaramente fatto intendere che così non si può andare avanti è forse solo una magra consolazione. Ma è comunque sempre meglio che niente. Perchè di questo passo finiremo col credere (seriamente) che sia il caso di rivedere la maglia della Fiorentina dalle prossime partite. E applicarci delle strisce.