SENZA DIFESA
C’era una volta la difesa impenetrabile. O quantomeno, la difesa che sapeva fare la differenza. Perché se un vecchio adagio nel calcio recita che alla fine in classifica sale e vince chi prende meno reti, un motivo in fondo ci sarà. E l’esempio più lampante di questo è il Chievo Verona di Maran, che nonostante abbia il peggior attacco della Serie A con 22 reti, si trova al 12° posto, a +13 sul Cesena terzultimo ormai spacciato e con al passivo appena 31 reti. Tre in meno, tanto per chiarirci subito le idee, della Fiorentina, che dopo il pesante ko di Napoli è precipitata al 7° posto nella speciale classifica delle migliori difese del campionato. Dietro a Sampdoria, Chievo (appunto), Torino ed in coabitazione col Genoa.
Il dato però diventa più inquietante se osserviamo quello che è stato il rendimento della Fiorentina - tra campionato e Coppe - in quest’ultimo mese, a partire cioè dalla goleada dell’Olimpico contro la Lazio: da allora (era il 9 marzo), i viola sono scesi in campo altre sette volte subendo la bellezza di dieci reti complessive. Praticamente, quindi, 14 gol in 8 gare disputate: una media-pazzesca di quasi due gol subiti a partita. E al di là dei grossi passi falsi contro Juve e Napoli (dove oltre la difesa è mancata per la verità tutta la squadra), devono far riflettere gare come contro il Milan (poi vinta grazie ad un colpo da biliardo al 90’) e soprattutto Udinese, dove la squadra di Montella (in vantaggio dopo aver ribaltato la gara in 180”) si è fatta poi goffamente raggiungere nel finale dai friulani.
Numeri, dunque, estremamente pesanti che gettano ombre su un reparto - quello difensivo - che nelle due precedenti annate della gestione Montella erano risultati trai migliori del campionato (nelle ultime due stagioni la retroguardia viola è stata la 5a miglior difesa della A) ma che soprattutto lanciano un monito in vista della doppia sfida europea con la Dinamo Kiev. Là un gol segnato in più e un gol preso in meno potrebbe fare spietatamente la differenza.