SE QUESTO È CALCIO
In un clima surreale, degno di un film di Hitchcock o di un quadro di De Chirico, si consuma una pesante battuta d'arresto nella corsa all'Europa della Fiorentina. Un ko che pesa in tanti sensi, visto il giallo rimediato da Gonzalo Rodriguez al 25' del primo tempo (un cartellino che lo squalificherà per il match di domenica prossima contro il Milan al Franchi) e la distrazione al muscolo della coscia accusata da Jovetic nel corso della prima frazione. Il tutto, nerissimo, condito dal successo delle 18.30 dei rossoneri al Bentegodi di Verona, tre punti pesantissimi che allontanano i viola di sei lunghezze dai diretti avversari per la Champions League. Un sogno, adesso, difficilissimo, che a questo punto passa dallo scontro, determinante, contro il Milan a Firenze tra otto giorni. Dove, peraltro, tornerà Borja Valero, la cui assenza oggi si è fatta sentire eccome nella manovra del gioco viola, dove un se pur discreto Migliaccio non è riuscito a dare quella brillantezza e quella fluidità di gioco tipica della manovra gigliata.
"Crescita" è stata la parola più volte ribadita sia da Montella (che, forse, qualche responsabilità sul tardivo ingresso di Mati Fernandez può anche a averla) sia da Viviano, il migliore dei viola quest'oggi ed attaccante aggiunto negli ultimi 180" di gara. Un termine difficile, pesante, che però si ripropone con inquietante puntualità dopo l'ennesima trasferta in cui la Fiorentina ha rimediato un ko nonostante alcune clamorose occasioni in zona gol. Occasioni inspiegabili, così come inspiegabile è stato il clima che si è potuto respirare all'interno di Is Arenas deserto, dove si sono viste scene davvero inconsuete per uno stadio italiano (da Jovetic che si siede comodamente a guardare la partita a fianco di Ljajic, fino al ds Pradè, letteralmente un'anima in pena che per tutti i 90' si è aggirato nervosamente per tutta la tribuna coperta indisturbato).