ROSSI STORY, Le big, i moduli e la classifica
“ACF Fiorentina comunica il cambio della guida tecnica della prima squadra. A Sinisa Mihajlovic, che ha ricoperto questo ruolo con impegno e professionalità, vanno i più sentiti ringraziamenti... Il nuovo allenatore sarà Delio Rossi, che ha raggiunto un’intesa per guidare la prima squadra fino al 30 giugno 2013”. Così, la sera del 7 novembre 2011, inizia la storia di Delio Rossi sulla panchina della Fiorentina. Un allenatore sfiorato, agognato ed infine ottenuto dalla piazza viola. Un allenatore istruttore di gioco, che dopo l’esperienza “caratteriale” di Sinisa Mihajlovic voleva andare incontro ai bei fasti, dal punto di vista stilistico del gioco, degli anni di Cesare Prandelli.
“Voglio Delio Rossi”, questo lo striscione emblematico esposto alle spalle del tecnico riminese il giorno della sua partita d’esordio contro il Milan. 0-0 e tutti semi-rincuorati dal pareggio col Diavolo. Una data storica, a suo modo. Il solo effetto Rossi, infatti, riuscì a riempire nella quasi totalità lo stadio Franchi, roba che probabilmente non si vedeva dai tempi del Liverpool e del Bayern Monaco. Milan, Palermo, Roma e Inter. Un ciclo terribile che Rossi, per sua scherzosa ammissione, ha rivelato esserne venuto a conoscenza solo dopo aver dato il si a Pantaleo Corvino. Altrimenti… chissà! Tre partite e subito una nota di merito: Fiorentina-Roma 3-0, battuta una big dopo tanto, troppo tempo e sogni di rilancio nuovamente coltivabili.
Entusiamo generale e poi… il vuoto. Perché questo, in sostanza è stata la storia viola da dicembre ad oggi: molte partite buttate al vento, più per errato atteggiamento che per limiti tecnici, ed un attacco mai incisivo, a discapito delle credenziali con cui l’allenatore ex Lazio e Palermo si era presentato in riva all’Arno. Una ricerca spasmodica del giusto modulo, probabilmente simbolo del grande lavoro mentale svolto dall’allenatore, che mai ha dato i frutti sperati. Carne o pesce? Questo il succo dei pensieri dei tifosi viola. Fatto sta che, fino a ieri, la Fiorentina si trovava a 33 punti, al limite della linea di galleggiamento fra la serie A e l’inferno cadetto. “Merito” dei giocatori, della dirigenza e dello stesso allenatore. Che però ieri, nel suo ruolo, è riuscito nel piccolo miracolo di tornare alla vittoria (fondamentale) contro una big in trasferta. Col Milan a San Siro i viola non vincevano da 11 anni. Un'eternità. Numeri che fanno riflettere, sulle potenzialità tecniche del mister e della squadra. Potenzialità inespresse, al momento. Ma Rossi, per farlo, avrà tempo, a differenza di molti giocatori, fino al termine della prossima stagione. Quando, lo speriamo, potremo assistere al rilancio definitivo della Fiorentina e, perché no, del suo allenatore.