RIVOLUZIONE SILENZIOSA
Ascoltando radiomercato, sembrerebbe che il campionato della Fiorentina sia davvero finito a marzo. E guardando quanto sta accadendo in campo, non c'è molto altro di cui obiettare. Del resto, i progetti, le idee e le situazioni in sospeso occupano le scrivanie dei dirigenti viola già da diverse settimane, tanto che adesso - con l'azzeramento totale degli obiettivi stagionali - a prevalere cominciano ad essere quasi esclusivamente le indiscrezioni sul futuro. Della squadra, dei singoli giocatori, dell'allenatore. Il tutto accomunato da una sola parola: rivoluzione.
Dovuta, necessaria. Indispensabile, in parole povere. Perché il crollo verticale del rendimento della rosa viola - non è una novità - non è certamente da ricondurre solo ad un fattore tecnico. Riserve non all'altezza, giocatori poco motivati, un allenatore sul piede di partenza ormai da tempo. Qualsiasi squadra, in queste condizioni, farebbe fatica. E la Fiorentina, in questo caso, non è la classica eccezione che conferma la regola. Anzi.
Al netto degli errori, da spartire fra tutte le componenti, risulta dunque più attinente pensare più che altro al futuro di questa squadra, in balia di contratti in scadenza, giocatori a fine ciclo ed altri rivelatisi non all'altezza. Categorie nelle quali rientrano, tanto per citarne alcuni, i vari Ilicic, Gonzalo Rodriguez, Milic, De Maio, Tatarusanu, Badelj, Tello, Babacar e Kalinic. Almeno la metà della rosa a disposizione di Sousa...