RIDIMENSIONAMENTO? NO, GRAZIE
Una settimana orribile. Difficile girare intorno alle parole, anzi impossibile. Tanto più se i freddi numeri sembrano raccontare un tracollo. Tre sconfitte, due in campionato e una (grave) in Europa League contro i modesti polacchi del Lech Poznan. Sei gol incassati, appena due quelli segnati. Messa così la situazione sembrerebbe farsi critica, e invece la settimana appena passata lascia nuove e rinforzate consapevolezze.
Quali? Quelle legate a una squadra i cui risultati, a tutt'oggi, sono ancora ben al di sopra le aspettative. E non solo per il secondo posto in classifica (che tutti avrebbero firmato nell'ultimo giorno di mercato). Ma anche perché al cospetto di due formazioni candidate allo scudetto, i viola sono sì usciti sconfitti, ma certamente anche a testa alta. Convinti di potersela giocare alla pari sia con il Napoli che con la Roma nonostante il doppio 2-1 incassato negli ultimi 7 giorni.
Quel ridimensionamento tirato in ballo dalla critica negli ultimi giorni di trattative estive, e rispedito al mittente dagli stessi dirigenti viola, oggi subisce identico trattamento. Se non proprio dai più ottimisti che continuano a monitorare la vetta della classifica, come minimo da coloro che vanno oltre il risultato. Al di là dell'inopinato stop rimediato in coppa dal Lech, dai big match contro Napoli e Roma la Fiorentina non esce comunque ridimensionata.
Gli zero punti non devono, in altri termini, cambiare il giudizio sul lavoro del tecnico e sulle potenzialità (difficilmente prevedibili) della squadra stessa. Che avrà anche perso, ma che è stata punita soprattutto dagli episodi e dal cinismo degli attaccanti avversari. Che a questa Fiorentina serva un ricco contributo dal mercato, a gennaio, è concetto noto e più volte ribadito dal 31 agosto a oggi, ma non è certo il momento di deprimersi e pensare che le tre sconfitte in fila degli ultimi 7 giorni significhino necessariamente un ridimensionamento.