RETROSCENA DI OFIDE, Il pesce puzza dalla testa

Cosa sono i Retroscena di Ofide? Una visione, talvolta brutale, dei fatti viola. E dove se non su FV potevano essere ospitati? Da oggi avrete la possibilità di arricchire le vostre conoscenze con info segrete, oppure scomode, che solo Ofide conosce
26.10.2011 17:00 di  Redazione FV   vedi letture
RETROSCENA DI OFIDE, Il pesce puzza dalla testa
© foto di Firenze Viola

Sinisa Si, Sinisa no.Non dobbiamo mai dimenticare che il pesce puzza dalla testa. Non può mai essere colpa di uno solo. I successi si ottengono mettendo assieme tanti fattori. Nei momenti migliori della Fiorentina, anche piuttosto recenti, lo spogliatoio e la parte tecnica erano blindati da certe interferenze che si basavano sul dividi et impera, dettato da gelosie e bassi egoismi. Vi ricordate la frase di Prandelli: abbiamo due velocità, la squadra è più veloce della società? Quanto s’incazzarono…. Bene, poi la blindatura è stata annullata, tagliando teste a destra e a sinistra e questi sono i risultati. È la filosofia che è sbagliata, partendo dal concetto che i calciatori sono dipendenti, le multe, gli sputtanamenti vari ecc. ecc. Oggi ho letto una frase su Repubblica sulla recensione di un libro di economia: “Non è l’austerità dei bilanci ad essere sbagliata, ma è la mancanza di un piano di sviluppo a creare problemi”. Possiamo sostituirlo con piano sportivo ed è estremamente calzante. Ha ragione Benedetto Ferrara a sottolineare tutte le contraddizioni, a partire dal progetto giovani che sono spariti (come se vincere il campionato Primavera fosse più importante di far divertire i propri tifosi con la prima squadra), ai continui appelli alla maglia e al celodurismo che si sono trasformati in incapacità, inettitudine, inadeguatezza. Non hanno capito che il carattere, le palle, la cosiddetta cattiveria, nascono da un’alchimia magica di determinazione, sentirsi partecipi, credere e la convinzione di fare qualcosa se non importante, almeno divertente. Ma questo attiene probabilmente troppo alla sfera dei sentimenti che, dobbiamo ammetterlo, sono latitanti dalle parti del Franchi.

In conclusione: Sinisa è un apprendista allenatore e su questo non ci sono dubbi. A sta anche pagando il suo adeguarsi alle “regole” di una dirigenza che non ci capisce nulla di calcio oppure ha troppi interessi personali in gioco. Cambiarlo potrebbe essere un bene nell’immediato, ma nel lungo temine? Non sarebbe meglio sollecitare una riflessione più profonda e imporre ai molti ragionieri e finti stregoni un autocritica che, ad oggi, non si è ancora vista?