QUESTIONE DI MOTIVAZIONI

24.02.2012 10:51 di  Marco Conterio   vedi letture
QUESTIONE DI MOTIVAZIONI
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© foto di Federico De Luca

Ripartire è tosta. Perché dal primo all'ultimo degli allenatori, dal più celebre al meno famoso dei dirigenti, il coro è chiaro. In Serie A servono le motivazioni, gli attributi, il carattere. Con quello e con quelli si gioca. Altrimenti basta vedere cosa succede ad un Inter ricca di talenti, di campioni, cosa è successo nella storia a tanti club dove la nenia che risuonava era la stessa. 'E' la fine di un ciclo'. E quando il progetto si ferma, quando la fase è di stallo, il rischio di precipitare è forte. L'esempio più cristallino è quello della Sampdoria, quello nerazzurro quello più attuale e concreto. Paragoni estremi, dove la Fiorentina gravita nel limbo tra sogni spezzati e timori lontani ed impercettibili.

Urge un'analisi ragionata della rosa. Per capire chi, al di là dei confronti faccia a faccia che ci furono ad inizio campionato, ha e potrà avere oggi e domani motivazioni giuste. Ruolo per ruolo, Boruc è un portiere che mai ha celato il suo desiderio d'Inghilterra e che non sta dimostrando a suon di prestazioni il suo presunto livello internazionale. Dietro Neto è giovane, e non certo l'uomo di carattere e trascinatore che servirebbe ora tra i pali. La difesa: Nastasic è sin troppo giovane per essere il fulcro di una squadra. Ok, ha qualità, futuro e prospettive. Ma è assurdo pensarlo come trascinatore, perché il carattere e l'esperienza ci si formano anche sul campo. Natali ha già espresso il desiderio di mollare a fine stagione, il suo futuro sarà al Milan. Resta Gamberini, capitano eletto a furor di società piuttosto che di spogliatoio, per il resto c'è un baby come Camporese ed un desaparecido come Felipe. La mediana: Behrami regge spesso la baracca da solo ed è il manifesto ideale per le parole 'grinta e motivazioni'. Con lui, però, Montolivo, già con le valigie e con un biglietto di sola andata per Milano. Con lui Lazzari, che ha deluso ed ha dimostrato sinora di non saper prendere per mano la squadra. Poi Kharja, attaccato e criticato per motivazioni extra campo, poi un giovane ed inesperto Salifu, poi Olivera che ha mostrato nell'ultima sfida che ancora deve integrarsi a pieno e calmare i sin troppo bollenti spiriti. Sugli esterni Pasqual e Cassani sono giocatori che, a livello di grinta e spinta, di motivazioni ed intenzioni, non sono mai stati discussi a Firenze. Lo stesso però non vale per Vargas che, tra un problema extracalcio ed una forma fisica tutta da ritrovare, ascolta da tempo le sirene che arrivano dall'estero. Davanti è tutto sulle spalle di Jovetic: fulcro della viola d'oggi e di quella del domani, almeno così provano a spiegare lui e la Fiorentina. Ma, intorno a Jo-Jo, servirà anche una squadra diversa e di carattere. Una squadra magari con la grinta di Amauri, che però non ha adesso la forma fisica giusta per fare la differenza. E se il quadro si completa con Cerci e Ljajic, giovani che faticano a trovar l'equilibrio giusto per diventare grandi, c'è tanto su cui riflettere.

Per l'oggi, oramai, è tardi. Servirà motivarli subito, questi ragazzi. Per il futuro, però, è già il tempo delle decisioni. I 'vedremo' ed i 'valuteremo' di Andrea Della Valle, faticano a trovare echi e riflessi positivi nella situazione difficile della Fiorentina del presente. Per questo ripartire è tosta.