PROGETTO FIORENTINA, Anno nuovo, vita nuova
Anno nuovo, vita nuova. Se le tradizioni di un tempo dicevano via il vecchio dalla finestra, lo stile Fiorentina ha accompagnato la vecchia guardia dal portone principale, tra applausi e ringraziamenti, per far spazio alla nidiata della viola che verrà. Ujfalusi prima, Liverani nel mezzo, Dainelli e Jorgensen dulcis in fundo. Quattro pilastri, uomini spogliatoio prima e perni in campo poi. Età media che s'abbassa, esperienza che però se ne va: due facce di una medaglia, che da una parte reca scritto "progetto", mentre dall'altra ha impresso l'avvertimento "maneggiare con cura. E con pazienza". Perché i tempi degli scudetti yè-yè sono andati, il calcio dell'oggi è un turbinio di milioni e televisioni che poco spazio lascia alla poesia dei giovani ribelli di un sistema di pterodattili del pallone.
Futuro roseo, presente transitorio? E' questo il dubbio, o forse la certezza, che accompagna Firenze. Ljajic sarà il nuovo Cristiano Ronaldo, Keirrison il nuovo Romario, Babacar il nuovo Drogba, Carraro il nuovo Cassano. Saranno famosi, sono promesse, però. E, per vincere, servono più le certezze, almeno nell'immediato. La Fiorentina modello Arsenal piace perché garanzia di oculatezza, lungimiranza, esempio di welfare in un mondo oberato da debiti, spalmadebiti e rossi perenni. Chiaro: finché varrà la regola del Paperone, leggi Moratti, dove Toldo-Zanetti-Cordoba-Materazzi-Santon-Thiago Motta-Mariga-Khrin-Pandev-Balotelli-Arnautovic è la formazione di riserva, i sogni di scudetto sono destinati a restare chimere.
Altro dubbio: è quello che Prandelli vuole davvero? "Vincere a Firenze" è il suo reale desiderio. Si può, ora, subito, con la Fiorentina yè-yè del nuovo corso, dove i senatori salutano ed i giovani rampanti scalpitano? Altra inversione di tendenza: se prima Kuzmanovic e Jovetic vivevano lunghi periodi d'incubatrice all'ombra dei big ora, per necessità o per virtù, Ljajic gioca dopo scampoli d'allenamenti a soli 18 anni e Babacar segna già il suo primo gol in Coppa Italia, lui che è un classe 1993. Tradizioni di un tempo che si ribaltano, con un interrogativo. Juventus e Liverpool, progetti milionari annessi, paiono bussare alla porta di Prandelli. Rifiuterà? Prolungherà? Accetterà di essere il demiurgo di un nuovo progetto basato sui giovani? Serve una risposta, Firenze non può aspettare oltre. Palla che passa ai Della Valle, dunque. Anno nuovo, vita nuova. Ed interrogativi vecchi.