PRIMO ROUND VIOLA
La tematica non è certo di quelle più interessanti, né tantomeno delle più facili da districare. Ma la battaglia che in questi giorni sta vivendo la Lega di Serie A per la gestione dei diritti tv non può e non deve passare in secondo piano. Lo sa perfettamente la Fiorentina, che da mesi - assieme ad altre sei società, tra le quali Inter e Juventus - ha redatto una lettera di intenti rivolta all'assemblea di Lega (dove oggi c'è stata la prima, decisiva riunione) si è mossa per proporre nuovi metodi circa la cessione dei famigerati diritti tv per il triennio 2015-2018, una fonte di guadagno basilare del calcio moderno dalla quale il club viola vuole abbeverarsi il più possibile.
Bypassare Infront Italia (l'advisor della Lega) e le sue proposte, in particolar modo quella che prevedrebbe la creazione una tv autonoma della Lega di serie A: è questa l'idea attorno alla quale ruota la proposta dei sette club ''dissidenti'', tra i quali la stessa Fiorentina capitanata dall'ad Sandro Mencucci. Un'ipotesi, quella dell'advisor, che cozza nettamente con le proposte di quasi mezza Serie A, che potrebbe prendere in considerazione anche un iter rivoluzionario (e forse, per questo, al momento non realizzabile) con la vendita diretta dei diritti tv a Sky e Mediaset.
Contrariamente a quanto si era paventato nelle ore scorse però, quest'oggi in Lega non sono volati tavoli e sedie: l'incontro tra le 20 società di A e Marco Bogarelli (il presidente di Infront Italia) si è svolto in modo pacifico, a tal punto che lo stesso Mencucci a fine seduta si è dichiatato soddisfatto: ''Sui diritti tv noi abbiamo proposto un metodo di lavoro che è stato accettato da tutti e non va contro l'attuale advisor. Solo se il mercato non dovesse rispondere ci sarebbe la possibilità di aprire un canale nostro''. Un primo round che quindi si è chiuso con una piccola vittoria dei viola, che adesso attendono con ansia di risedersi al tavolo della Lega per giocarsi la seconda partita. In ballo, lo ricordiamo, c'è un pacchetto che vale circa il 65% del fatturato della Serie A, per una cifra complessiva di tre miliardi di euro. E qui, non c'è Gomez-Rossi che tenga.