PRADÈ E LA FIORENTINA, DAL CASO MUTU AL COLPO CERCI
Il nome di Daniele Pradè come prossimo dirigente viola ha iniziato a rimbalzare soltanto nelle ultime settimane, ma in brevissimo tempo la sua candidatura ha scalato posizioni su posizioni, arrivando ad essere, allo stato attuale, vicina alla fumata bianca. Una carriera, quella dell'ex ds della Roma, che ha vissuto i suoi momenti più esaltanti proprio nella squadra giallorossa, in una collaborazione durata circa un decennio. Durante questo periodo, tra il dirigente romano e la Fiorentina di Corvino non sono stati molti i contatti, e ancora meno gli affari andati in porto. Due su tutti sono stati i "casi" che hanno riguardato Pradè e la squadra viola: il "colpo" Mutu alla Roma, sfumato grazie al decisivo intervento di Cesare Prandelli quando i tifosi romanisti si stavano recando all'aeroporto ad aspettare il fuoriclasse rumeno, e la più recente cessione di Alessio Cerci alla Fiorentina. Due colpi, dei quali uno sfumato per cause non dipendenti dall'ex dirigente romanista, importanti per motivi diversi. L'acquisto di Mutu per 18 milioni nell'estate 2008, quando il rumeno era all'apice del suo rendimento, avrebbe potuto dare nuovo slancio alla Roma di Spalletti negli anni dei testa a testa con la grande Inter del dopo Calciopoli.
Così non fu, e a conti fatti si trattò di una fortuna per la Roma, visti i guai a cui andò incontro il fuoriclasse di Calinesti negli anni successivi.
Diversa invece la situazione di Cerci, ceduto per una somma ragguardevole, circa 4 milioni di euro, quando mancavano ormai pochi mesi alla scadenza del suo contratto con i giallorossi. Un'operazione che a Firenze fece storcere il naso a molti, anche perchè la Roma all'epoca non navigava in acque esattamente tranquille dal punto di vista economico, e per le casse giallorosse la somma incassata fu manna dal cielo, permettendo poi di dare l'assalto a Borriello. Questa per ora la storia di Pradè con la Fiorentina, ma la sensazione è che molto ancora debba essere scritto.