PIÙ DI COSÌ (FORSE) NON SI POTEVA FARE
C’è un proverbio che dice che “la botte piena e la moglie ubriaca” non si possono avere ed una considerazione che si può legare alla prestazione di ieri della Fiorentina contro l’Inter: la squadra è stanca per le troppe partite che gioca, ma è la conseguenza di chi vuole diventare grande. Se giochi tante gare, vuol dire che sei fra le squadre più importanti del campionato, se sei in finale di Coppa Italia è un merito, se giochi ancora in Europa League pure.
Sarebbe troppo bello brillare in ogni partita e in ogni competizione che si affronta. Si gioca tanto perchè si vale tanto. La stanchezza è uno dei motivi per cui i viola non hanno brillato, per cui alcuni uomini sono sembrati appannati ma anche per alcune scelte dell’allenatore che hanno lasciato un po’ perplessi. Perché in casa, contro una diretta avversaria, visto che adesso si avvicina in classifica, ha deciso di giocare senza attaccante? Al Franchi forse è meglio presentarsi con un “vero nove” anche perché, se il finto si chiama Ilicic, non si va molto lontano. Lui, poverino, appare lento anche se non è affaticato e il contributo alla Viola continua ad essere molto modesto, rispetto al valore che si stimava, dato il costo, potesse avere.
Il raggiungimento di un importante traguardo, come una finale, non deve però farci perdere di vista gli altri obiettivi, almeno che non venga fatto un conto molto semplice: l’Europa comunque è raggiunta con la Coppa Italia, concentriamoci sull’Europa League, tanto il terzo posto potrebbe essere un miraggio. E’ riduttivo, ma potrebbe essere un ragionamento. La sfortuna della Fiorentina è legata alle sempre troppe assenze importanti. Oltre a Pepito Rossi, Borja Valero è uscito Gonzalo, e abbiamo beccato un gol, ed è uscito Cuadrado che comunque aveva pareggiato le sorti all’inizio del primo tempo, portando a due i gol di questa settimana. Di contro è rientrato Tomovic, che purtroppo è stato beffato da Icardi, e dall’arbitro visto che il gol era in fuorigioco, e Mario Gomez che però, purtroppo, non ricordo se ha toccato o meno un pallone, ma è la sola nota lieta della serata.
Nel momento in cui sono entrate in campo le due torri, Gomez e Matri, la Viola non aveva però più fiato nemmeno per fare un cross, un lancio che venisse utile agli attaccanti. Dispiace aver dato una gioia al simpatico Mazzarri, averlo rilanciato e speriamo che non si lagni di qualcosa, ma che anzi ringrazi l’arbitro e i suoi assistenti del regalo concessogli.
Se, come abbiamo iniziato, vogliamo chiudere con un altro proverbio, ci appelliamo al “chiodo scaccia chiodo” fornitoci dall’E.L. e voliamo in Danimarca per vedere di far volare ancora i nostri sogni di gloria.
La Signora in viola