PASSO AVANTI VIOLA E DIETROFRONT DI SOUSA
Sogno o son desta, mi sono chiesta ieri mentre guardavo Bologna-Fiorentina? Siamo nell’ottobre 2015 o 2016? Il primo tempo della partita del Dall’Ara ha riproposto la Viola che abbiamo ammirato lo scorso anno, con un gioco fluido e calciatori che nel loro ruolo facevano una bella prestazione, la migliore di questa stagione. Peccato che i legni abbiano negato ad Ilicic, per ben due volte, il gol altrimenti avremmo chiuso la pratica bolognese nel primo tempo con un bottino più sostanzioso ed affrontato il secondo tempo con più serenità.
Gli avversari non ci hanno impensierito molto, ma una bischerata è sempre dietro l’angolo ed abbiamo tenuto il fiato sospeso fino al fischio finale confidando che il vantaggio, raggiunto su rigore da Kalinic, potesse essere sufficiente a portare a casa tre punti fondamentali. Così è stato, annullando la brutta gara di mercoledì contro il Crotone. Alti e bassi che ci frastornano, che ci fanno preoccupare perché non sappiamo ancora quale sia la vera Fiorentina, perché dopo la sostanziosa partita di domenica col Cagliari siamo ricaduti nel mare (è proprio il caso di dire vista l’acqua piovuta) dei dubbi contro i calabresi e ieri di nuovo note positive e soprattutto la vittoria. Meglio in trasferta che in casa? Ultimamente il calendario dice di si, ma è necessario ritrovare fiducia anche fra le mura di casa.
Lo stesso Kalinic, che sta rifiorendo a suon di gol, ha insaccato in campionato solo in trasferta (Juventus, Cagliari e Bologna) ma lo aspettiamo a braccia aperte a festeggiare anche nel nostro stadio. Ieri è stato molto bravo e freddo nel momento della ripetizione del rigore, scaturito da un lancio meraviglioso di Gonzalo che ha scavalcato tutto il campo per essere stoppato e gestito in modo sublime dal nostro attaccante. Una perla che ha anche portato all’espulsione di Gastaldello che non ha potuto che abbattere il croato.
Buone sensazioni anche da parte di Bernardeschi, Ilicic e Borja Valero ma sono un po’ tutti calati nel secondo tempo anche per la stanchezza fisica che mercoledì ha lasciato nelle gambe. Adesso ci sono cinque giorni di tempo per riprendersi e affrontare, chiudendolo, il discorso Europa League.
La vittoria di ieri ci riporta una bella realtà che ci fa sperare e sognare, ammesso che si possa usare questo termine, che qualcosa possa finalmente cambiare. Sousa ha fatto discorsi che un po’ ci inquietano, veri nella sostanza ma inopportuni nella tempistica. Adesso asserisce di essere stato male interpretato e di credere moltissimo nel progetto viola. Forse è il caso di parlare meno e lavorare solo sul campo e sugli uomini perché non abbiamo bisogno di altra confusione.
La Signora in viola