PARADOSSI FIORENTINI
Si respira un'aria paradossale al "Franchi". Gelida quanto il vento già invernale che accompagna l'uscita dei tifosi dallo stadio. La Fiorentina vista in campo, del resto, è stata sempre la stessa. E dopo un anno e mezzo, nemmeno più i tre punti bastano a consolare un pubblico che ha avuto la fortuna di masticare bel calcio per almeno quattro stagioni (quelle di Prandelli). Chi osserva Firenze da fuori non riesce a capire cosa stia succedendo, chi la vive ha invece da tempo terminato la pazienza. Sinisa, dal canto suo, e a prescindere da offese ingiustificabili, non si scompone però. Anzi. Nel primo tempo fissa negli occhi la curva, a fine partita risponde con un sorriso beffardo che sa tanto di sfida.
Che tipo di duello sia, quello fra tecnico e tifosi, però, non si capisce. Tantomeno se ne vedono i frutti in campo. Perchè se c'è un aspetto sul quale tutti si trovano d'accordo, almeno fuori dalle stanze societarie, è il peso dei novanta minuti della Fiorentina. E' vero, nel primo tempo qualcosa si è visto, incluso il gol vittoria firmato Lazzari, ma da qui a dominare e portare a casa una meritata vittoria ce ne corre. Eccome se ce ne corre. Anche perchè, poi, i cambi nella ripresa non fanno altro che intimorire ancora di più la squadra, chiusa nel finale a difendere il gol di vantaggio con la sola forza dei nervi, davanti a un Genoa che definire "brutto" è fare un favore all'ex Malesani.
Il modulo che avrebbe dovuto vedere Jovetic dietro a Gila, con il centrocampo a 4, è stato rinviato a data da destinarsi. I cambi, come detto, hanno sorpreso. Da Vargas per Gila a Munari per Romulo. Con JoJo, nel finale, ancora a fare la punta salvo nel recupero quando è entrato Silva. L'inserimento di Lazzari paga, certo, e Kharja non va nemmeno troppo male, ma questa Fiorentina va avanti per forza d'inerzia. Con sussulti momentanei, e un elettroencefalogramma quasi piatto a meno di ulteriori accanimenti terapeutici.
Come, del resto, sembra proseguire a fare la società. Mihajlovic resta sulla panchina, di certo fino a domenica, poi si vedrà. La classifica, almeno, è diventata meno brutta dopo i 2 punti in tre gare inanellati fra Cesena, Catania e Juventus. I tifosi, intanto, continueranno a pensare all'idea di vedere una partita dei viola come si fa con la sveglia per andare a lavorare. Del resto, ormai, allo stadio ci vanno la metà (15.000) di coloro che l'hanno sempre frequentato (30.000). E quel ciclo da riavviare resta un'incognita tutta da scoprire. In queste condizioni, francamente, cos'abbia da sorridere Mihajlovic, sotto la Curva, ci sfugge.