NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE

25.08.2015 00:00 di  Tommaso Loreto  Twitter:    vedi letture
NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

E' una storia dai sapori conosciuti, quella di Joaquin. Niente di nuovo sotto il sole, tanto più quest'estate. Una storia che affonda le radici negli ultimi mesi. Una storia che divide. Tutto e tutti. Come tante altre, purtroppo, ultimamente fin troppo ravvicinate. Divisione dicevamo. La Fiorentina e il suo giocatore, che adesso sono in pratica allo scontro. E poi la tifoseria e il giocatore stesso, se è vero che una grossa fetta del popolo viola si sente improvvisamente “tradita”, mentre l'altra si domanda perchè capitino sempre e solo alla Fiorentina. E soprattutto perchè tutti abbiano realtà sovente diverse da quelle che filtrano dal Viale Fanti (l'elenco da gennaio in poi si è allungato)

Tradimento. Con tanto di virgolette però. Termine (tanto più azione) da tenere necessariamente sospeso, in modo persino leggero. Temporaneamente bloccato, privo di giudizio. In attesa di risposte, tanto per intendersi. Anche per capire come andrà a finire. Come leggera, ma altrettanto attenta, dev'essere la lettura dell'intero momento della Fiorentina. Alla fine di un'estate come minimo complicata e a una settimana dalla chiusura del mercato. Un momento di per sé complesso, e dalle molteplici sfaccettature. Perchè di nuovo il campo (Sousa in particolare) ha mostrato una velocità superiore a quella dei corridoi della società. E perchè, di nuovo, è più la divisione a contraddistinguere la gestione del caso, che l'unità. D'intenti, certo, ma evidentemente anche di vedute.

Perchè il messaggio che ieri Joaquin ha lanciato scegliendo le colonne di Firenzeviola.it (e concedeteci tanto orgoglio nel sentirsi chiamati in causa come voce libera e per questo considerata autorevole) è un racconto di situazioni lontane. Eppure già ascoltate, simili ad altre e diverse da cosa si era raccontato, almeno secondo una delle due campane in ballo. Proposte di rinnovo non pervenute, ipotesi di cessione paventate e quei mesi lontano dai titolari o più in generale un po' da tutti. Nel suo sfogo Joaquin racconta di esser stato messo sul mercato, di aver rifiutato alternative oltre al Betis (Arabia e MLS), del mercato di gennaio, mentre le cronache aggiungono anche una richiesta molto bassa, fatta intendere dai viola, per liberarlo soltanto qualche settimana fa. Una versione che, come già capitato, come minimo non collima con quelle di viola colorate. 

Di contro è chiaro che l'esternazione dello spagnolo si scontra con la cruda realtà dei numeri. Dei doveri, degli impegni presi con una firma su un (ricco) contratto. Numeri di per sè freddi, ben lontani dai motivi che possono animare un ritorno a casa per vestire i colori natii. Inclusi quelli legati a un giocatore che, come voluto da Sousa e confermato da ADV non più tardi di domenica sera, è parte centrale della Fiorentina di quest'anno. Joaquin ha dimostrato tutto quanto si potesse chiedergli. Questo è indubbio. Ha scritto il suo nome nella storia con un gol alla Juventus in una gara indimenticabile. E resta nel cuore di molti per il suo modo di essere in campo e fuori. Ha corso e portato la croce come pochissimi altri. Al netto di quell'isolamento iniziale, un anno fa, che lui stesso sottolinea. 

Ma la sua richiesta di libertà, di coronare un sogno come il ritorno al Betis di Macìa, si scontra inevitabilmente con una società che oggi rischia di trovarsi ulteriormente scoperta senza di lui. E sui tempi ci sarebbe di che riflettere. Tanto più ora, a un anno dallo scadenza di contratto. Insomma, tra i due partiti che vivono il momento viola si sprecano i punti di vista, ed è chiaro come da una parte e dall'altra non manchino le argomentazioni. Sotto questo profilo, e alla luce dell'infortunio pre Milan, il primo a pagare è però Paulo Sousa. Al di là di come andrà a finire (i precedenti non mancano, e certamente vedono i Della Valle in netto vantaggio – leggere alla voce Toni, Mutu, Jovetic ecc.ecc.) è l'ennesima grana da gestire per il tecnico portoghese. 

Quel Sousa che, forse, meritava una gestione diversa del caso Joaquin. O quantomeno più tempista. Perchè una cosa è certa: i tempi sono sbagliati. E la vicenda Tevez, giusto per citare qualche colorazione scomoda da queste parti, poteva suggerire altre strade. Invece al momento, in assenza di vincitori, e ognuno con le proprie responsabilità, perdono tutti. Anche Sousa senza un signor giocatore. Non che contro il Milan la vicenda si sia fatta troppo sentire, anzi... ma è chiaro che si poteva fare di meglio per tenere i ritmi del proprio comparto sportivo (che Sousa ha già rodato). Un ambito sportivo che sì, dà la sensazione di poter far divertire (molto) anche quest'anno. Ma che viene costantemente rallentato da accidenti che potevano avere esiti diversi, se non più semplicemente anticipati. Ed è questo che poi conta e fa la differenza.  

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