MI MANDA... "ER PUPONE"

11.06.2012 00:19 di  Stefano Borgi   vedi letture
foto di Stefano Borgi
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© foto di Firenze Viola

"Scusa Frà, chi hai detto che prendemo come allenatore?"  "Vincenzo... Vincenzo Montella"  "Scusa chi?"  "Montella, l'aeroplanino..." "No, no, allora nun me sò spiegato. Io quello mica lo vojo... poi magari finisce che me mette in panchina. Nun lo voleva la Fiorentina? Ecco, mannalo a Firenze và..." Questo, più o meno, il dialogo surreale che abbiamo immaginato tra Franco Baldini e Francesco Totti. Montella vorrebbe allenare la Roma (è storia risaputa), Franco Baldini sarebbe anche daccordo, peccato che "er pupone" non la pensi così e dia parere negativo per il ritorno in giallorosso dell'aeroplanino. Niente di personale, per carità, però... visto che Montella è uno che non guarda in faccia nessuno (Maxi Lopez a Catania docet), capace di non farsi condizionare da chicchessia, allora meglio non rischiare e strambare su Zdenek Zeman. Non che il boemo sia più tenero di Montella, ci mancherebbe, però vuoi mettere farsi mettere fuori da Zeman? Tutta un'altra cosa. E poi Zdenek è stato il primo maestro di Totti, su di lui ha un ascendente fortissimo, insomma... tra Zeman e Montella non c'è proprio paragone. Ecco quindi che l'aeroplanino Vincenzo (da Catania) non fa scalo nella Capitale, prosegue la sua transvolata per lo stivale ed atterra a Firenze. Ed ecco anche spiegato il titolo della nostra copertina che, mutuando il celebre film di Nanni Loy, sembrerebbe alludere ad una sorta di raccomandazione benevola da parte del "pupone". E invece...

Abbiamo scherzato sull'accezione del verbo "mandare", ed abbiamo romanzato sulla scelta dell'entourage romanista sul prossimo allenatore. Questo però ci serve a far capire come davvero Vincenzo Montella (a dispetto dell'età giovanissima, 38 anni ancora da compiere) goda di una fama ben definita tra gli addetti ai lavori. Montella ha personalità, Montella ha carattere, Montella tratta tutti allo stesso modo... oltre a far giocare bene le proprie squadre, oltre ad esibire una duttilità tattica indispensabile nel calcio di oggi. E l'indiscrezione che ci giunge da Roma sulla (diciamo così) "preoccupazione" di Francesco Totti nel ritrovarsi Montella allenatore è l'ennesima conferma di uno che ha del coraggio. E come diceva Don Abbondio... "Se uno il coraggio non ce l'ha, non se lo può dare".

E invece Vincenzo Montella di coraggio ne ha da vendere. Una garanzia di serietà per i tifosi, per tutto l'ambiente viola, reduce da due anni di caos disorganizzato. Dentro e fuori dal campo. Un ritorno alla meritocrazia, all'uno per tutti-tutti per uno, al sacrificio collettivo, all'unità di gruppo. Principi che Delio Rossi aveva cercato di riportare nei pochi mesi trascorsi sulla panchina viola, naufragati in un momento di ordinaria follia. A questo punto ci sorge una considerazione: come sarà il rapporto tra Vincenzo Montella e Stevan Jovetic? Lungi da noi adombrare una riluttanza del montenegrino ad osservare regole e disciplina, però non è un mistero che (per esempio) la collocazione tattica di Jo-Jo sia spesso risultata un problema. E poi la propensione al sacrificio in campo, l'altruismo nelle giocate, la famosa soglia del dolore diventata quasi una favola metropolitana... Certo è presto per porre dubbi di questo genere, la nostra è solo una riflessione fatta ad alta voce. Montella e Jovetic parleranno a quattr'occhi e da persone intelligenti, professionisti seri quali sono troveranno un'intesa. Una cosa però è certa: Vincenzo Montella appare molto diverso da quando era giocatore. Lo ricordiamo spesso uno splendido solista, con quell'aria svagata, quasi sfrontata da vero "scugnizzo" napoletano. Chi lo conosce bene ce lo dipinge oggi maturo, consapevole ed equllibrato. E sopratutto poco incline al compromesso... parola del "pupone". Che, infatti, ce lo ha mandato...