MESSAGGIO RICEVUTO
E' successo di tutto, tranne che in campo. Potrebbero essere riassunte così le ultime 48 ore della Fiorentina, in un commistione di dichiarazioni, commemorazioni, annunci, addii e chi più ne ha più ne metta. Del resto, a buttare un po' di pepe sul momento viola ci avevano già pensato gli stessi dirigenti, alla vigilia della gara, confermando, blindando e sgombrando il campo (almeno sulla carta) dai dubbi sulla permanenza di Paulo Sousa sulla panchina della Fiorentina.
Dichiarazioni d'intenti, che hanno trovato un seguito nelle parole dell'allentore portoghese nel post partita del Franchi (assai triste dal punto di vista tecnico). In contrapposizione con il deludente spettacolo andato in scena in occasione dell'ultima gara casalinga dell'anno, a tenere alta l'asticella ci hanno pensato poi gli stessi tifosi, che nel bene o nel male si sono resi (ancora) protagonisti. Coreografie, striscioni, omaggi alla Fiorentina campione d'Italia del '56 e al capitano Pasqual che lascia. Ma non solo. Perché un altro, indiscutibile segnale è stato mandato, alla proprietà. "Bisogna investire". Chiaro, sintetico, diretto.
Un messaggio che smaschera, in parte, la soddisfazione per un quinto posto che - seppur ritenuto un buon risultato considerando le premesse estive - ha chiuso una stagione iniziata in ben altro modo. Il mercato e le promesse non mantenute, poi, hanno fatto il resto.