MENO GRAVE DEL PREVISTO
“La fortuna fa parte del calcio, come la neve, il vento e gli arbitraggi” ci disse tempo fa il dirigente del Lione, Bernard Lacombe, per giustificare il rocambolesco pareggio ottenuto dai Francesi nel match di Champions League disputato al “Gerland” contro i Viola. La fortuna, soprattutto in campionato, ha voluto spesso bene alla Fiorentina in questa stagione. Ed oggi la dea bendata ha voluto aiutare i gigliati anche fuori dal rettangolo di gioco. Per Alberto Gilardino si temeva uno stop, ad andar bene, di almeno tre settimane. Gli esami sostenuti stamani dall’attaccante piemontese hanno emesso una sentenza che farà tirare un sospiro di sollievo al giocatore, a Cesare Prandelli e ai tifosi: il “Gila” dovrebbe rimanere fermo infatti circa due settimane. Certo dispiace per la mancata convocazione in Nazionale, dove sarà presente al suo posto un certo Pazzini, la cui chiamata da parte di Marcello Lippi ci fa piacere ma allo stesso tempo un po’ di rabbia; ma allo stesso tempo, proprio la pausa dovuta agli impegni degli azzurri, alleggerirà di non poco il peso dell’assenza del bomber biellese. Il quale forse non ce la farà a scendere in campo a Bergamo tra 13 giorni, ma dovrebbe sicuramente farcela per la gara contro il Cagliari, in una giornata importantissima per la corsa alla Champions League, visto che la Roma sarà impegnata nel derby contro la Lazio ed il Genoa ospiterà la Juventus. Tutti coloro che amano la Fiorentina, insomma, tirano l’ennesimo sospiro di sollievo dopo ore di trepida attesa. Un po’ come succede da un po’ di tempo a questa parte durante le partite disputate dalla squadra di Prandelli.Ma, come succede sul campo, anche in questo caso, una volta scampato il pericolo, qualche perplessità resta. Partiamo dalle statistiche, che difficilmente danno adito a dubbi: raramente, senza le reti di Mutu e Gilardino, la Fiorentina riesce a vincere. Il Rumeno non è al top della condizione fisica dall’inizio della stagione e tutt’ora presenta malanni non del tutto risolti. Gilardino è arrivato a Firenze in buona forma, ma la Fiorentina, al fischio finale di Fiorentina-Milan del 31 maggio, avrà disputato ben 49 gare ufficiali.
Per farla breve, era da mettere in preventivo che prima o poi qualche imprevisto avrebbe fermato il “Gila”. Non vogliamo trovare colpevoli, ne’ tra i dirigenti, ne tra lo staff tecnico, ne’ tra i giocatori. Ma sta di fatto che una squadra che lotta su più fronti e per traguardi importanti, deve essere il meno dipendente possibile da un numero esiguo di giocatori. Soprattutto una squadra che ormai ha improntato il proprio cammino più sulla concretezza e sul cinismo che sul bel gioco. Mancano i gol dei centrocampisti, in particolare quelli di Kuzmanovic e Donadel, che l’anno scorso tolsero le castagne dal fuoco in diverse occasioni, e mancano le tanto attese bombe di Vargas. E manca una vera e propria alternativa al “Gila”. Non vogliamo stare a rimpiangere Pazzini, anche se in molti vorrebbero averlo in campo il 5 aprile a Bergamo. L’attaccante toscano a Firenze probabilmente non sarebbe mai riuscito a fare quello che sta facendo a Genova, per cui, alla fine, la sua partenza è stata un bene per tutti, anche se resta qualche dubbio sulla formula della cessione. Non vogliamo criticare Bonazzoli, un giocatore che per caratteristiche fisiche e tattiche è perfetto per il gioco di Prandelli; ma che non ha nel suo repertorio quei colpi di genio e di classe che in un campionato così imprevedibile ed equilibrato sono sempre più fondamentali. Un altro grande esperto di calcio come Luciano Moggi, ci ha detto che l’Inter perderà lo scudetto solo se perderà Ibrahimovic. A questo punto c’è da sperare che nessun altro dei nostri campioni si fermi. E soprattutto che ritrovino la brillantezza di inizio stagione.