MEMORIA CORTA

04.03.2013 00:00 di  Tommaso Loreto  Twitter:    vedi letture
MEMORIA CORTA
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

"Ma come...". Più o meno tutti hanno pensato così, magari con toni un filo più tesi rispetto a quelli di martedì sera a Bologna, quando Montella ha tirato fuori Jovetic per Larrondo. Una mossa che, almeno al "Franchi", aveva anche sollevato qualche primo timido mugugno, oltre a una valanga di perplessità. Una mossa che, invece, si è poi rivelata la chiave dei tre punti raccolti dai viola contro il Chievo. Fin qui tutto normale, il calcio infondo spesso e volentieri è deciso da episodi, e in questa stagione, spesso e volentieri, quegli episodi sono anche tornati contro la Fiorentina, almeno da inizio stagione a oggi. 

Quel che suona strano, invece, è il commento finale che qua e là traspare, oltre quasi alla mancata soddisfazione per una vittoria. Il gol di Larrondo fondamentalmente di carambola sul colpo di testa di Toni, un pizzico di fortuna, per di più in fuorigioco. E alla fine, al di là di una classifica apertissima, la sensazione che si debba processare tutto e tutti. Dai giocatori, già giudicati scarsi come l'argentino per un errore effettivamente grave sotto porta, al tecnico sempre più etichettato come "inesperto". Come se, una volta in cui sono proprio  i viola i favoriti dalla fortuna e dagli arbitri, si dovesse comunque sottolinearne le mancanze lasciando scivolare via una domenica strana strana.

Perchè per una volta non è nemmeno la cattivissima stampa a incalzare giocatori e tecnico (seppure tutti gli organi di stampa, noi per primi, oggi concorderanno che i problemi non siano del tutto risolti) ma una larga fetta di tifoseria che, ieri contro il Chievo, faceva chiaramente percepire la sfiducia in una partita poi rivelatasi vittoriosa. Segni di una memoria calcistica evidentemente brevissima, e non troppo aggiornata su quanto visto in zona "Franchi" tra la gestione di Mihajlovic e quella di Delio Rossi. Malumori a parte, e con un pizzico d'equilibrio in più, si potrà allora certamente eccepire che anche con il Chievo i viola non sono tornati a esprimere calcio come sanno, e che a tratti continuino a mostrarsi troppo innamorati di sè stessi e della propria manovra, ma è anche dai risultati conseguiti nelle giornate storte che passa la crescita di una squadra. O no?

E allora qual'è il problema? Beh, forse nemmeno c'è. O meglio c'è in una squadra che sta calando, ma non in un futuro ancora tutto da scrivere, e in una prossima stagione nella quale si potrà ancora, ulteriormente, crescere. Firenze, forse, si era ancora più illusa della stampa di quanto in alto potesse andare questa squadra, ma oggi farebbe comunque bene a godersela. Così come farebbe bene a godersi (di più) una rincorsa all'Europa che non era affatto scontata soltanto sei mesi fa. Tra il considerare fortunato Montella per la vittoria di oggi arrivata con un gol (irregolare) di carambola, e valutarne l'inserimento di un'altra torre a fianco di Toni (chiudendo il Chievo nell'ultima mezz'ora di gioco e trovando il gol vittoria) non ci passa poi tanto. Tra le ultime due stagioni della Fiorentina, e quella attuale, invece, ci passano anni luce. Ogni tanto non farebbe male ricordarselo.