MAGRO BOTTINO
E' un bottino piuttosto magro (ma non poteva essere altrimenti, visto i ricavi generali che mette a disposizione la Uefa) quello con cui la Fiorentina abbandona l'Europa League agli ottavi di finale. La formazione di Vincenzo Montella infatti, oltre al 75% dei ricavi lordi ottenuti dai diritti dei media e dai contratti commerciali in vigore per la competizione (una cifra, questa, tutta da quantificare e al vaglio della società viola) abbandona l'Europa minore con all'attivo dodici partite (due di turno preliminare, sei della fase a gironi, due di sedicesimi e due di ottavi di finale) con all'attivo ''sul campo'' 2.190.000 €, una somma derivata dai 140.000 € che la Uefa ha dato ai viola per il doppio turno col Grasshopper, 1.100.000 € arrivati dalla fase a gironi contro Dnirpo, Pandurii e Paços de Ferreira, 400.000 € di bonus per il primo posto nel suo raggruppamento, 200.000 € per i sedicesimi contro l'Esbjerg e 350.000 per i due match contro la Juventus negli ottavi di finale.
In totale, quindi, poco più di 2.000.000 di euro. Una cifra sicuramente modesta ma che si inserisce nel solco dei ricavi che la Federazione europea dispone per i club che partecipano alla ex Coppa Uefa. Tanto per dare un'idea più completa, la squadra che vincerà l'Europa League nella finale di Torino riceverà in premio 5.000.000 di euro, l'altra finalista appena 2.500.000. Chi, nella migliore delle ipotesi, dovesse arrivare in finale e sollevare il trofeo dopo aver vinto tutte le partite (cosa che quest'anno non potrà accadere dato che le otto squadre degli ottavi di finale nel loro percorso hanno pareggiato almeno una partita) potrà ricevere al massimo 9,9 milioni di euro. Una cifra sicuramente non paragonabile agli introiti che derivano dalla Champions League, considerando che già solo per partecipare alla fase a gironi della coppa dalle grandi orecchie la Uefa destina ad ogni club 8,6 milioni di euro di contributo fisso.