LUCI A SAN SIRO, Bati-gol smitraglia... alla "Scala"
Il 26 settembre 1998 Batistuta aveva 28 anni. Che tradotto in "calcese" significa essere nel pieno della maturità, tecnica ed agonistica. Batistuta, quel 26 settembre, sgretolò il Milan di Zaccheroni, e mai come quella volta ci sembrò così devastante. Intendiamoci, Bati-gol non era nuovo ad imprese del genere: ricordiamo una tripletta al Foggia datata 9 febbraio 1992, un'altra all'Inter nella semifinale di coppa Italia (15 febbraio 1996) poi vinta contro l'Atalanta di Mondonico. Quel Batistuta però aveva qualcosa in più: era il trascinatore, il condottiero, il capo carismatico di una squadra fantastica, che solo il carnevale di Edmundo ed il ginocchio dello stesso "Re Leone" poterono fermare sulla strada dello scudetto.
Ma andiamo con ordine: si gioca la terza giornata del campionato '98-'99, il primo di Trapattoni sulla panchina viola. In estate sono arrivati Torricelli, Repka, Heinrich tra i titolari. Amor, Esposito, Tarozzi e... Ficini (il tanto atteso... rinforzo di gennaio) tra le riserve. Il risultato è una squadra "bellissima", come canta la curva "Fiesole", magari non giovane ma destinata ad essere vincente. L'inizio di stagione sembra confermare le previsioni della vigilia: 2-0 nell'esordio casalingo con l'Empoli (Rui Costa e Batistuta), 2-1 al "Menti" di Vicenza (Batistuta ed Oliveira), 3-1 ai rossoneri (tre gol di Batistuta) nella partita che vi andiamo a raccontare. Pronti via, e dopo 7 minuti Bati-gol rapace come non mai intercetta un passaggio centrale di Costacurta (mai passarla nel mezzo, lo insegnano alle scuola calcio...) punta Lehmann e lo trafigge con un destro radente. Milan-Fiorentina 0-1. Un capitolo a parte lo merita Jens Lehmann. Il portiere tedesco arrivò in rossonero dallo Schalke 04, accompagnato da grandi referenze. Nel Milan giocò appena 5 partite, il tempo di subire 5 reti (tre appunto da Batistuta), prima di essere rimandato in patria tra lo sconcerto generale. Quello contro la Fiorentina fu il manifesto del suo fallimento. Il Milan reagisce, stringe d'assedio la difesa gigliata con un Repka sontuoso ed un Padalino attento e preciso. Nella ripresa ancora pronti via, e Rui Costa imbecca Batistuta che controlla, avanza e tira di prima intenzione. Il pallone non sembra irresistibile, ma il prode Jans si accartoccia goffamente e prende gol sotto le gambe. Milan-Fiorentina 0-2. Sei minuti dopo l'apoteosi, o meglio... si consuma il dramma del portiere teutonico: Costacurta entra in scivolata su Rui Costa, appoggia dietro a Lehmann che, distrattamente, raccoglie con le mani causando la punizione a due in area. Calcia, per meglio dire... spara sotto la traversa Batistuta, e fa 3-0. Bati-gol "smitraglia" che è un piacere, si dirige verso il "settorino" dei tifosi viola, urla al mondo intero la sua gioia. Al 70', poi, Braschi concede un generoso rigore al Milan, Bierhoff fa 3-1 ma la sostanza non cambia.
La Fiorentina è a punteggio pieno dopo tre giornate, sette giorni dopo seguirà la quarta vittoria consecutiva al "Franchi" contro l'Udinese (Edmundo al 90'!), quindi la prima sconfitta all'Olimpico contro la Roma. La stagione è comunque indirizzata, la Fiorentina sarà protagonista, addirittura campione d'inverno (pensate, quel Milan vincerà lo scudetto...) fino al febbraio del 1999 quando il ginocchio di Gabriel fa "crack", con Edmundo che fugge verso il Carnevale di Rio. Ma questa è un'altra storia...