LEGAME INTATTO
A suo modo, quella di quest'anno, non può che essere una stagione di prosecuzione dell'ultima. Usciti dalla tragedia per la scomparsa di Astori, i ragazzi di Pioli sono diventati ancora più uomini e almeno nella loro conferma la società ha lanciato un preciso segnale di fiducia nei confronti di questo gruppo. Cresciuto all'ombra di una vicenda indimenticabile e inimmaginabile, partito con il piede sull'acceleratore dopo un'estate al solito complicata. Con tanto di interferenze del TAS a complicare il tutto.
Lo s'intravede nella prima uscita stagionale e anche dall'undici che, sulla carta, dovrebbe contraddistinguere il campionato appena cominciato. Uno zoccolo duro di titolari della passata stagione, le scommesse più intriganti Pjaca e Gerson, poi tutti gli altri. Il secondo tempo di una crescita che per i contestatori non ha traguardi sportivi, almeno rifacendosi al passato, ma che invece Pioli ha saputo tradurre meglio della proprietà che si era assai moderatamente esposta a Moena. Il progetto di un ritorno a quote superiori al settimo posto, di sicuro, alla vigilia dell'esordio con il Chievo, in sala stampa, non può passare inosservato.
E anche nel caos che regna sovrano all'interno di una tifoseria divisa, nei confronti della squadra e del tecnico il legame non è venuto meno. Esattamente come accaduto nella passata stagione quando fin dall'inizio, già in ritiro, la tifoseria fece intendere che alla squadra non sarebbe mancato il consueto apporto. Emblematico, del resto, come a fine gara domenica sera i giocatori siano andati a salutare quella Curva Fiesole prima bersagliata dagli altri settori. Con quel gesto di saluto diventato immagine di questa Fiorentina il cui neo capitano, Pezzella, è andato persino contro la decisione della Lega sulla fascia pur di onorare la memoria dell'indimenticato numero 13.
Sotto questo profilo il rapporto rimasto intatto tra squadra, tecnico e Pioli rappresenta un minimo squarcio di sole nella penombra recente dei rapporti interni. Sfilacciati da una serata che sul campo è stata di festa mentre sugli spalti si trasformava in un qualcosa di mai capitato. Squadra e Curva, al di là della contestazione e per quanto hanno condiviso da quel maledetto 4 marzo in poi, non hanno risentito di una spaccatura che si fatica a ritrovare nel passato. Non è un certamente un dato banale.