LE OMBRE DI DELIO
Le ombre di Delio, evidentemente, proseguono anche lontano dalle gare. Perchè trovare spiegazioni, al di là di quelle fornite al termine delle prestazioni, almeno dopo il match di Parma non sembra semplicissimo. Firenze ha discusso, si è divisa, soprattutto sul perdurare di un Lazzari versione trequartista a fronte dell'esclusione di Cerci. Uno che, di fatto, si è ritrovato a fare i conti con l'altalena delle fortune pallonare. Almeno stavolta, però, con un salto dalle stalle alle stelle, e non viceversa.
Le scelte di Rossi, dicevamo, hanno fatto molto discutere. Soprattutto stavolta. Anche su queste pagine, con buon anticipo sul fischio d'inizio, avevamo espresso perplessità nei confronti di una formazione che presentasse sei centrocampisti. Eppure, il tecnico viola, è sembrato fino a oggi quantomeno convinto della maggiore copertura. Nonostante un mercato votato agli esterni offensivi quando lui doveva ancora arrivare, e una finestra invernale che ha soprattutto debilitato l'attacco ancor prima che rinforzare la squadra (aspetto sul quale, forse un giorno in un lontano futuro, sarà possibile trovare spiegazioni...).
Di fronte a Rossi, oltre alla trasferta di Catania senza tre "big" come Nastasic (e già lo è il giovanotto serbo) Jovetic e Behrami, anche il primo muro di perplessità cadute dalla tifoseria gigliata, delusa da un atteggiamente in campo tutt'altro che spavaldo. Tanto da sentir risuonare persino campane votate alla malinconia di Mihajlovic, o quanto meno rivolte alle sue colpe secondo alcuni paragonabili a quelle di Rossi. Forse il momento più difficile, perciò, per Delio. Chiamato a replicare, a cominciare da domenica, contro quel Montella capace di fare l'aeroplanino anche in panchina. Il tempo dei giudizi, anche su Rossi, non è poi così lontano. Ma per il momento serve soprattutto pensare al presente e ai punti. E se non si può farlo al futuro, quale utilità può avere farlo al passato?