LA VIOLA VINCE MA NON CONVINCE

05.12.2016 00:28 di  Sonia Anichini   vedi letture
LA VIOLA VINCE MA NON CONVINCE

Quella ammucchiata finale, con tutti i calciatori viola a festeggiare la vittoria della Fiorentina contro il Palermo, fa capire il valore di questo “scampato pericolo”, dell’importanza di quel gol in extremis segnato da Babacar. Mentre scorrevano gli ultimi istanti della gara, vivevamo tutti con l’incubo di cosa poteva succedere se al triplice fischio la Viola avesse portato a casa l’ennesimo pareggio casalingo. Per fortuna un po’ di giustizia è stata ripristinata perché, non fosse bastato Damato contro l’Inter, ieri sera anche Giacomelli voleva mettere la sua firma nella gara del Franchi, annullando due gol, uno di Kalinic e l’altro di Babacar, entrambi regolari.

E’ il bello del calcio, si usa dire, ma ieri la sofferenza è stata veramente troppa se rapportata all’avversario che avevamo di fronte. Sono dell’idea che è sempre più importante il risultato del gioco, ma quello che abbiamo visto ieri in campo è ancora molto preoccupante.

La vittoria non deve servire a mettere la polvere sotto il tappeto, perché la squadra vista ieri era un po’ sbilanciata e sconclusionata. L’allenatore può fare tutti gli esperimenti che ritiene opportuni ma, specialmente nel secondo tempo, non siamo riusciti a giocare in modo fluido e abbiamo perso la bussola al pareggio di Jajalo.

Giocando contro il Palermo, ultimo in classifica, pensavamo di poter trascorrere una serata più tranquilla ma era necessario sfatare quello che stava per diventare un tabù e cioè vincere in casa e la missione è riuscita.

Sono contenta che abbiano messo a segno i gol i nostri ragazzi, Bernardeschi e Baba, anche se non ho capito bene le discussioni che ci sono state fra i giocatori su chi doveva battere il rigore. Non abbiamo un battitore ufficiale? Il primo che agguanta il pallone va al dischetto? Non mi è sembrato un bel siparietto, ma quando la insacchi si dimentica tutto.

Altra notizia è stato l’ingresso di Zarate nei minuti finali dell’incontro. Ho pensato che forse Sousa non sapeva più a che santo votarsi se aveva messo in campo Maurito, sparito dai radar da tempo. E’ stato però un voto che ha portato i suoi frutti perché da un suo assist è arrivata la rete che ha salvato la baracca. Sono convinta che ogni allenatore ha i suoi prediletti, ma i preconcetti, soprattutto quando la squadra è in difficoltà, vanno accantonati per il bene di tutti e ieri sera né abbiamo avuto la riprova.

Resta la sensazione che la Viola vince ma non convince, nella speranza che si riesca però a ridare il via all’entusiasmo che pare appannato e che è nelle mani di Sousa e dei suoi uomini.

 

La Signora in viola